2015-11-03 08:01:00

Gran Bretagna: no ai raid anti-Is in Siria


Sembra attraversare un momento di difficoltà la lotta allo Stato Islamico in Siria. Ai raid russi, che hanno costituito una svolta nell’opposizione ai jihadisti, non ha fatto riscontro un eguale efficacia delle azioni della coalizione che capo agli Stati Uniti. Intanto, si mettono a punto le direttive per i prossimi colloqui internazionali per la soluzione della crisi siriana, ai quali partecipa anche l’Iran. Sentiamo Giancarlo La Vella:

Atteggiamenti diversi nel confronto con i miliziani islamici. Da un lato la Russia, che continua incessantemente con i raid aerei sulle postazioni dei jihadisti. Proprio ieri presa di mira la zona di Palmira. Da parte occidentale sembra si stiano ancora mettendo a punto tattiche e strategie. L’invio di forze speciali americane nel nord della Siria – ha dichiarato in un’intervista il presidente Obama – non significa invio di truppe di terra, come in Iraq. Cosa che lo stesso capo della Casa Bianca aveva smentito nei giorni scorsi. Dalla sua, la Gran Bretagna ha detto no a suoi raid anti-Is. E in vista dei prossimi colloqui sulla crisi siriana che si terranno a Vienna, l’inviato dell’Onu, Staffan De Mistura, ha riconosciuto che l’intervento russo ha in qualche modo cambiato le carte in tavola, sia sul terreno, che per quanto riguarda la sorte del presidente Assad, del quale Mosca rimane storico alleato. Al confronto negoziale partecipa anche l’Iran, per la prima volta. Teheran, puntando il dito contro l’Arabia Saudita, minaccia: “Ci ritireremo dai colloqui, se essi non avranno un’impronta più costruttiva. 








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