2015-11-01 08:00:00

Nepal: a 6 mesi dal terremoto, è emergenza bambini


A sei mesi dal terremoto che lo scorso 25 aprile ha sconvolto il Nepal, Save the Children denuncia che “sono circa 240 mila i bambini costretti ad assistere alle lezioni in aule non adeguate ad affrontare il rigido clima invernale, un milione non ha più una scuola vera e propria e sono oltre 170 mila quelli che hanno bisogno di supporto per poter continuare il proprio percorso scolastico". Francesca Di Folco ha parlato della difficile condizione legata alle esigenze della ricostruzione e ristrutturazione dei locali adibiti per lo studio con Marco Guadagnino, responsabile dei programmi internazionali della Ong: 

R. – C’è un’emergenza nell’emergenza: a sei mesi dal terremoto si sono susseguite in qualche modo due stagioni meteorologiche per il Nepal. C’è stata una stagione più calda, ci sono stati i monsoni piovosi, ma non particolarmente freddi; adesso si entra nell’inverno. Abbiamo paura che le decine di migliaia di bambini che in questo momento stanno frequentando scuole temporanee - tantissime da noi allestite; ne abbiamo allestite quasi 600 nelle zone più remote del Paese  - possano subire l’arrivo del freddo e quindi frequentare scuole al gelo, perché è di gelo che si parla. Sono stato da pochissimo in Nepal, sono rientrato da pochi giorni e la situazione che ho lasciato è veramente drammatica.

D. - Subito dopo la scossa del 25 aprile sono state costruite tremila scuole e oltre 600 spazi di apprendimento temporanei per consentire ai bambini di non interrompere l’attività scolastica ….

R. - Per noi è fondamentale che i bambini dopo traumi cosi forti rientrino immediatamente nella normalità; frequentare la scuola è la primissima cosa che noi proviamo a fare anche nei contesti più complessi come il Nepal. Quindi noi immediatamente abbiamo allestito centinaia di scuole temporanee fatte di materiali locali, quindi bambù, tetti in lamiera e tutto quello che può servire per consentire ai bambini di ritornare a scuola in un ambiente sicuro quindi a prova di altre scosse ma sicuramente non in grado di affrontare l’inverno. Nei nostri programmi ci sono 70 mila bambini che purtroppo rischiano di passare un inverno al freddo.

D. - Con l’arrivo dell’inverno all’esigenza scolastica si unisce anche il freddo. I bambini devono poter far lezione in ambienti adeguati non esposti alle intemperie …

R. - Assolutamente sì. I bambini devono innanzitutto frequentare la scuola. Devono ritornare alla normalità, devono poter studiare in condizioni adeguate. Nelle zone che ho visitato recentemente le temperature possono andare di moltissimi gradi sotto lo zero e i bambini hanno il diritto di frequentare la scuola in strutture che lo possano consentire. In questo momento l’emergenza è molto grave: le scuole nepalesi non sono in grado, nelle zone colpite dal sisma, di poter ospitare i bambini in un contesto minimo, adeguato, normale quindi dove possano stare al caldo e frequentare le lezioni senza morire congelati, perché è di questo che si parla.

D. - L’emergenza continua anche su altri fronti: in molte zone mancano cibo, generi di prima necessità, acqua. Molte famiglie vivono da sfollate nei campi in condizioni di estrema povertà …

R. - La zona dei due terremoti in realtà, perché sono state due le fortissime scosse seguite poi da tantissime altre di assestamento; sono zone molto complicate da raggiungere, molto remote. La densità di popolazione è molto bassa. Queste famiglie vivono su crinali di montagne di collina molto spesso franati; le frane hanno interrotto le vie di comunicazione; è molto difficile raggiungere tutti. Lo si può fare nella maggior parte dei casi soltanto con l’elicottero. Purtroppo i fondi destinati anche al trasposto di beni di prima necessità - quelli provenienti dalle Nazioni Unite - sono terminati o stanno per terminare. Qui tantissime famiglie nelle zone più montuose più difficili da raggiungere al momento sono ancora prive di quelli che sono i primissimi beni di necessità e soprattutto non sono in grado di poter affrontare l’inverno che sta arrivando.








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