2015-10-30 16:32:00

Nuova biografia su Totò, il ricavato per progetti sociali


Il titolo di per sé è eloquente: “Totò, il grande Artista dalla Straordinaria Umanità”. Si tratta dell’ultima fatica letteraria di Alberto De Marco, presidente dell’Associazione  “Amici di Totò… a prescindere”, ona onlus che da molti anni promuove e sostiene progetti di solidarietà in Italia e all’estero nel nome di un attore, tanto divertente e istrionico sulla ribalta, quanto generoso e discreto fuori. Al microfono di Alessandro De Carolis, Alberto De Marco parla del volume – una corposa biografia di 368 pagine, con una nutrita sezione di fotografie – il cui oltre la metà del prezzo di copertina, 10 euro, sarà impiegato per finanziare i progetti sociali dell’Associazione:

R.  – Questa fatica letteraria – durata alcuni anni – potremmo definirla una sorta di antologia, perché è il risultato del contributo di diverse persone amiche, di grandi e autorevoli personaggi che hanno conosciuto Totò: da Mario Monicelli a Francesco Rosi, a Antonio Ghirelli, a Irio Fantini, che ha curato una rubrica proprio in Radio Vaticana… Sono tantissimi autorevoli interventi. L’importanza di questo lavoro non è solo quella di aver analizzato a 360° e sotto tutte le sfaccettature la vita di Totò – probabilmente è forse la biografia più completa che sia mai uscita - ma anche quella di  mettere in evidenza la grande umanità e l’impegno di Totò, per anni, negli orfanotrofi e con i bambini e non solo: chi doveva fare un intervento o chi aveva bisogno di una casa, sapeva che avrebbe trovato in Totò – anche non conoscendolo – un amico che avrebbe dato loro la massima disponibilità. Insieme a don Aniello Manganiello, un membro del direttivo, stiamo realizzando il progetto sociale “Arcobaleno: terapia dell’amore e del sorriso”, perché anche col sorriso ci si cura negli ospedali. E vorrei leggere proprio un passo che abbiamo inserito nel libro e ci teniamo moltissimo che questa lettera di don Aniello Manganiello possa pervenire a Papa Francesco...

D. – Ma ricordiamo, Alberto, chi è don Aniello Manganiello?

R. – Don Aniello Manganiello è il parroco di Scampia – ha avuto minacce dalla camorra e ha anche rifiutato la scorta – che si preoccupa dei ragazzi che non vogliono delinquere: da qui parte anche un altro progetto che vuole cercare di dare loro un’opportunità di un lavoro. Don Aniello sottolinea che la camorra si combatte proprio attraverso le opere. “Santo Padre, le esprimo con grande stima e affetto filiale – dice don Aniello Manganiello, nella lettera – la profonda gratitudine per tutto il bene e l’amore che lei sta donando non solo alla Chiesa, ma a tutta l’umanità. E’ una testimonianza, la sua, che come il piccolo seme che dà  vita ad un grande albero, alla cui ombra l’uomo si riposa e gli uccelli fanno il loro nido”…

D. – In sintesi, quali sono le iniziative di solidarietà che avete in cantiere?

R.  – Insieme al sindaco di Valmontone, abbiamo avviato la richiesta per un progetto: destinare i circa 5 mila metri di terreno che appartenevano alla mafia –e già mi sono attivato per acquistare subito due prefabbricati – a due famiglie di profughi siriani. E’ importante dare dignità a queste famiglie, perché dare loro solo ospitalità non è sufficiente. Desideriamo dare un’opportunità di coltivare un terreno, anche con culture biologiche, facendo sì che non si sentano di peso, ma protagonisti di queste attività. Prestiamo anche molta attenzione al campo scientifico e siamo collegati con il Cnr di Napoli: vorremmo riuscire a finanziare alcune borse di studio, già alcuni volontari sono impegnati con un importante ricerca nel campo della leucemia. Noi vogliamo che le persone, pure quelle persone che non hanno una grande opportunità economica, possano beneficiare di adeguate cure. Quindi la nostra attenzione è a 360°: impegno culturale e impegno sociale.








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