2015-10-30 20:07:00

Marino: l'addio al Campidoglio e l'attacco a Renzi e al Pd


Svolta prevista nella lunga e travagliata vicenda Campidoglio: 26 consiglieri capitolini, compresi tutti i 19 del Pd, hanno firmato in serata le dimissioni e il sindaco Marino è così decaduto dalla carica.  Ora il Prefetto di Roma dovrà nominare un commissario. Da Marino duro attacco al suo partito, il Pd, e l'orgogliosa difesa del lavoro fatto. Servizio di Giampiero Guadagni:

Dopo 28 mesi finisce a Roma l'era Marino. Ieri il sindaco  aveva ritirato la lettera con cui lo scorso 12 ottobre aveva rinunciato al suo incarico, oggi però ha dovuto definitivamente capitolare di fronte alle  dimissioni formalizzate in serata da 26 consiglieri, dimissioni che hanno provocato lo scioglimento dell'assemblea capitolina, della giunta - già orfana di otto assessori - e di conseguenza la sua decadenza.

I consiglieri dimissionari, soprattutto quelli del Pd,  sono stati duramente contestati in piazza del Campidoglio dai sostenitori di Marino, che, in conferenza stampa, ha detto: “I consiglieri si sono sottomessi a decisioni assunte altrove, chi mi ha accoltellato ha un unico mandante”. E poi ancora: “Mai avuto rapporti turbolenti con il premier segretario Renzi, anzi nell'ultimo anno nessun rapporto”. Ha aggiunto Marino: “La crisi politica doveva chiudersi in aula non dal notaio, ma la politica discute fuori dalle sedi democratiche, nella totale assenza di rispetto per gli elettori”.

Una stoccata diretta soprattutto al suo partito, il Pd, quella di Marino, che rivendica di aver risanato i conti di Roma, sbarrando le porte al malaffare e di  avere riportato Roma tra le grandi Capitali.  Confermata intanto la notizia dell'iscrizione dell'ormai ex sindaco nel registro degli indagati nell'inchiesta sugli scontrini. I pm contestano i reati di peculato e concorso in falso in atto pubblico. Un atto dovuto, quello della procura, dopo le denunce presentate da Movimento 5 Stelle e Fratelli d'Italia. 








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