Il sindaco Marino ha ritirato le dimissioni presentate il 12 ottobre: l’annuncio nel pomeriggio, dopo 17 giorni di incertezza. E intanto la procura di Roma sentisce l'annuncio dato dall'avvocato di Marino: smentisce che sia sta archiviata l'inchiesta sulle presunte irregolarita' nei pagamenti a collaboratori fatti dalla Onlus Imagine, organizzazione no profit costituita dal sindaco di Roma nel 2005 per destinare aiuti sanitari ad Honduras e Congo. Il servizio di Fausta Speranza
La decisione era nell’aria, dopo giorni di ambivalenti dichiarazioni di Marino. La nota ufficiale arriva a pochissimi giorni dal 2 novembre, data della prevista scadenza del suo mandato e dalla nomina di un commissario, nel caso in cui non avesse fatto il passo indietro. Poco prima dell’annuncio, era arrivata la presa di posizione dei consiglieri PD: se il sindaco di Roma ci ripensa e decide di restare, ci dimettiamo noi. Questa la linea decisa durante l'incontro con il commissario del Pd a Roma Matteo Orfini. Ma poi dagli incontri ancora in corso emerge che l'exit strategy pensata da Orfini sta dividendo il gruppo capitolino e sembra trovare problemi numerici per arrivare a "quota 25", numero sufficiente per far cadere tutto il Consiglio. A non convincere tutto il gruppo Pd, il fatto che per raggiungere il numero di 25 consiglieri ci si debba affidare anche all'opposizione. Il peso di questa decisione si capisce ricordando che l’ipotesi di elezioni anticipate poteva essere scongiurata se ad uscire di scena era solo il primo cittadino. Da parte sua, Marino fa sapere che alla giunta comunale convocata per le 19.30 vuole – sono sue parole – una discussione aperta, franca e trasparente.
Per una riflessione sulla vicenda Marino, Fausta Speranza ha intervistato Eugenio Capozzi, docente di Storia contemporanea all’Università Suor Orsola di Napoli:
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