“Ero uno straniero e mi avete accolto”: si intitola così, con un versetto del Vangelo di Matteo, la Lettera pastorale che la Conferenza episcopale del Canada ha diffuso in relazione alla questione dei migranti. Una missiva che richiama i fedeli all’accoglienza ed all’azione concreta, per portare aiuto ai tanti rifugiati che arrivano nel Paese. “Non si tratta di discutere, ma di passare urgentemente all’azione – scrivono i presuli canadesi – I rifugiati vengono trattati spesso come un semplice problema, mentre in realtà sono nostri fratelli e sorelle che hanno bisogno del nostro aiuto”.
Allarme per numero crescente di rifugiati cristiani
Ribadendo, quindi, “il carattere involontario ed obbligatorio” della fuga dei migranti
dai loro Paesi, “in cerca di sopravvivenza e di condizioni di vita migliori che rispettino
la loro dignità e la loro libertà”, la Chiesa di Ottawa invita a dare risposte “di
carità fondate sulla giustizia”. Non solo: negli ultimi tempi, è cresciuto tragicamente
“il numero di rifugiati cristiani”, provenienti soprattutto da Siria ed Iraq. Si tratta
di una situazione di fronte alla quale “non ci si può semplicemente rassegnare – scrivono
i vescovi canadesi – ma alla quale bisogna opporsi”, perché “minaccia la vita e la
dignità della persona umana”. “Non accettiamo né l’intolleranza, né le barbarie –
ribadiscono i presuli – ed affermiamo con forza che siamo tutti fratelli e sorelle,
figli dello stesso Padre”, membri della “stessa famiglia”, ed è per questo che “bisogna
essere solidali con i rifugiati ed offrire loro aiuto”.
Lo straniero è il nostro prossimo
Guardando, poi, alle Sacre Scritture, i vescovi di Ottawa ricordano che “Dio non esclude
nessuno, abbatte le frontiere etniche, sociali e culturali che dividono”; insegna
che “lo straniero è il nostro prossimo” e che “ci invita ad accogliere i deboli, i
diseredati, i più piccoli, i più vulnerabili”. Inoltre, in riferimento all’aspetto
legislativo, i presuli affermano che “le leggi che proteggono i rifugiati sono quelle
che fanno appello ai principi di carità, giustizia e solidarietà”, in base alle quali
“i Paesi ospiti si assumono la responsabilità di andare in aiuto dei migranti senza
pensare al loro tornaconto”.
Appello alle istituzioni per una migliore accoglienza dei profughi
Nello specifico del Canada, i presuli esortano le autorità statali a “dare maggiore
priorità alla riunificazione familiare; rendere il diritto di asilo più accessibile;
migliorare le procedure d’appello in caso di primo rifiuto; trovare formule alternative
alla detenzione, soprattutto per donne e bambini; facilitare l’accesso ad una vasta
gamma di cure sanitarie”. Il tutto pur con la consapevolezza che “nessun servizio
statale può offrire l’incoraggiamento e l’amore di una comunità accogliente”. La Chiesa
di Ottawa esorta anche ad eliminare “le ingiustizie” contro i rifugiati, chiedendo
la loro “piena integrazione in seno alla società”. Allo stesso tempo, si esprime solidarietà
per coloro che vivono ne campi profughi, auspicando “soluzioni pacifiche per i conflitti”
nei loro Paesi d’origine, affinché “coloro che lo desiderano possano tornare” a casa.
Ogni cattolico faccia la sua parte
Quanto all’impegno della Chiesa, i vescovi si appellano a “l’esercizio di una compassione
attiva fondata sulla giustizia”, perché “accogliere chi è segnato da precarietà, povertà
ed insicurezza non è solo un dovere morale, ma è anche un gesto essenziale alla vita
ecclesiale”. “Come vescovi – prosegue la lettera pastorale – speriamo che la voce
dei cattolici si faccia sentire sempre più chiaramente perché bisogna supportare i
più vulnerabili”, “assumendosi le proprie responsabilità e facendo la propria parte”.
Occorrono gesti concreti nei confronti dei più deboli
Di qui, l’indicazione che i presuli fanno di alcuni “gesti concreti” suggeriti ai
fedeli per aiutare i rifugiati: fare una petizione affinché il governo federale accolga
i migranti nel Paese, modificando la normativa attuale; offrire sostegno morale e
spirituale a chi vive nei campi profughi; aiutare gli organismi cattolici che operano
nel settore; far conoscere, attraverso un’apposita Pastorale dei migranti e dei rifugiati,
le reali condizioni in cui vivono tali persone; formare in modo permanente pastori
ed agenti pastorali che si occupano di migrazione.
Attualmente, oltre 59 milioni di sfollati nel mondo
L’ultimo suggerimento offerto dai presuli canadesi è quello di “chiedere, con la preghiera,
la grazia di potere fare gesti di accoglienza nei confronti dei rifugiati all’insegna
dell’amore”. Infine, qualche dato: secondo il Rapporto 2014 dell’Alto Commissariato
Onu per i rifugiati, attualmente sono 59,5 i milioni di persone sfollate, nel mondo,
a causa di guerre, conflitti e persecuzioni. Un dato drammatico, superiore a quello
relativo alla seconda Guerra mondiale. (A cura di Isabella Piro)
All the contents on this site are copyrighted ©. |