2015-10-28 08:01:00

Siria-Iraq: Pentagono pronto ad intensificare azioni militari


Dare nuovo impulso alla battaglia contro il 'califfato' e intensificare il coinvolgimento militare in Iraq, Siria e Afghanistan. Questo nei piani della Casa Bianca, secondo quanto riferito ieri dal capo del Pentagono Ashton Carter. Si attende il via libera del Presidente Obama che intanto ha deciso di invitare per la prima volta l’Iran ai colloqui sulla crisi siriana che si terranno nei prossimi giorni a Vienna, e a cui parteciperà anche la Russia, altro alleato del regime di Damasco. Il servizio di Gabriella Ceraso:

“Non esiteremo ad appoggiare le forze locali negli attacchi mirati contro l'Is, oppure a colpire direttamente, con incursioni aeree o sul terreno". Le affermazioni del segretario alla Difesa Carter, seppur non ben definite nei dettagli, confermano le indiscrezioni della stampa americana secondo cui  la Casa Bianca starebbe vagliando un coinvolgimento maggiore e più internso  in Siria e in Iraq visti gli scarsi risultati raggiunti finora nella lotta ai jihadisti. Si tratterebbe  non di combattimenti a lungo termine o di no fly zone o zone 'cuscinetto', ma, tra le altre cose dello spostamento di truppe in prossimita' delle linee del fronte. Del futuro della Siria, si è parlato ieri anche nel vertice franco tedesco a Parigi, mentre è tornato a lanciare un appello alla pace in Siria, dopo 5 anni di conflitto e oltre 340mila morti, il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, in questi giorni in Italia:

"Se la guerra continua i profughi verranno sempre più verso occidente, la tragedia continuerà. Allora le gandi potezne del mondo devono mettere fine a questa guerra fratricida"

Il prossimo e più importante impegno della diplomazia sulla crisi siriana è per questo fine settimana a Vienna. Colloqui già avviati dal Segretario di Stato Usa Kerry, cui parteciperà la Russia e probabilmente anche l’Iran, d’accordo tra loro sulla necessità di una collaborazione di tutti i paesi dell’area e di un dialogo interno alla Siria. L’invito a Teheran,giunto dagli Stati Uniti, segna una svolta, ed è sorretto da precise ragioni politiche come spiega al microfono di Fausta Speranza, Pejman Abdomohammadi, docente di studi strategici alla Cabot University di Roma:

"Sicuramente è un invito che tiene conto del fatto che l’Iran ha molta influenza in Siria. Già i pasdaran sono da diversi mesi sul luogo. Quindi è molto importante coinvolgere l’Iran anche perché l’Iran ha degli interessi strategici, cioè che Assad al momento non cada e che si riesca a resistere alla espansione dell’Is, che è una cosa molto importante".








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