2015-10-28 14:39:00

Leader religiosi: "Nostra aetate" fondamentale per il dialogo


Fondamentale. Così è stata definita la “Nostra aetate” al briefing in Sala Stampa della Santa Sede a cui hanno preso parte alcuni dei rappresentanti delle diverse religioni intervenuti poco prima all’udienza generale interreligiosa di Papa Francesco e riuniti in questi giorni al Convegno internazionale promosso presso la Pontificia Università Gregoriana, nel 50.mo anniversario del Decreto conciliare. Il servizio di Giada Aquilino:

Cinquant’anni esatti sono trascorsi dalla promulgazione della Dichiarazione conciliare “Nostra aetate”, documento fondamentale per la promozione delle relazioni di rispetto, amicizia e dialogo con le altre religioni. Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha ricordato come l’anniversario venga celebrato “per desiderio” di Papa Francesco.

L’essenzialità del documento e l’importanza dell’udienza generale interreligiosa in Piazza San Pietro sono state sottolineate da Abdellah Redouane, segretario generale del Centro islamico culturale d’Italia:

“Sua Santità ha riconfermato un punto molto importante per noi musulmani, che è quello della centralità dell’unicità di Dio e ha ricordato che nel culto musulmano abbiamo la preghiera, l’elemosina, il digiuno. Enumerando questi elementi, Sua Santità è stato molto vicino ai musulmani e non è stata la prima volta: egli ha sempre testimoniato la sua vicinanza ai musulmani e la sua apertura. Noi appoggiamo tutte le sue azioni e la sua saggezza, perché il mondo di oggi ha bisogno di una voce autorevole come quella di Francesco”.

Cruciale l’evento interreligioso con Papa Francesco anche per il rabbino argentino Claudio Epelman, direttore esecutivo del Latin American Jewish Congress, che ha conosciuto il cardinale Bergoglio quando era arcivescovo di Buenos Aires ed ha apprezzato che il Papa abbia fatto sì che quella finale fosse “una preghiera personale fatta da ognuno secondo la propria fede”:

“Today we have been witnesses of something historic: in Saint Peter’s Square…
Oggi siamo stati testimoni di un evento storico: in Piazza San Pietro, il Papa ha parlato al pubblico cattolico del rapporto con le altre religioni. Penso che il linguaggio del Papa consista molto nella sua gestualità, non soltanto nelle parole. Abbiamo visto come egli si rapporti con le persone e con noi, rappresentanti delle altre religioni”.

Il rabbino David Rosen, direttore internazionale per i Rapporti interreligiosi dell'American Jewish Committee, ha evidenziato che la “Nostra aetate” ha rappresentato “una rivoluzione con l’ebraismo”:

“The fact that “Nostra aetate” led to …
Il fatto che la 'Nostra aetate' abbia portato a questo tipo di rapporto con le religioni del mondo è un messaggio per noi, cristiani ed ebrei. Per quanto importante sia il nostro rapporto – ed è centrale – è comunque un rapporto che ci chiama ad aprire relazioni con tutte le altre religioni”.

Swami Chidananda, fondatore della Ong indiana Fowai Forum, ha parlato dei rapporti con gli indù:

“Reading the 'Nostra aetate'…
Leggere il documento 'Nostra Aetate' è stato fonte di ispirazione. Infatti per me ricorda lo spirito dell’induismo, in quanto l’induismo dice sempre: ‘La verità è una sola e gli studiosi la esprimono in modi diversi’. Nella 'Nostra Aetate' c’è un continuo richiamo al rispetto dei valori, delle culture e al rispetto reciproco delle dignità. Dobbiamo leggere le espressioni religiose con attenzione, senza volere prevaricare l’uno sull’altro. I nobili valori umani che sono riportati nella 'Nostra Aetate' sono davvero rilevanti”.

Samani Pratibha Pragya, della Jain Vishwa Bharati di Londra, ha messo in luce una particolare prospettiva delle fedi:

“All religions are together…
Tutte le religioni stanno insieme. E questa è la bellezza che produce una fragranza diversa per l’umanità, che la arricchisce e la rende più bella”.








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