2015-10-27 12:05:00

Conferenza Parigi. Turkson: sul clima è tempo di passare ai fatti


Manca poco più di un mese alla “COP 21”, la conferenza internazionale di Parigi sul cambiamento climatico, che è anche uno dei temi centrali dell’enciclica Laudato Si’. Dopo l’appello di ieri di patriarchi, cardinali e vescovi ad un accordo sul clima “equo, giuridicamente vincolante e generatore di un vero cambiamento”, l’Enciclica è stata presentata anche alla Fao, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il cibo e lo sviluppo agricolo. Il servizio di Michele Raviart:

Prendere provvedimenti urgenti per arrestare il cambiamento climatico è una condizione necessaria per ridurre la povertà e promuovere uno sviluppo sostenibile del pianeta. Un nesso ben chiarito dall’Enciclica Laudato Si’ sulla custodia della casa comune, accolta con entusiasmo dalla Chiesa e dalla comunità internazionale. L’auspicio è quello che possa essere una delle linee guida per l’imminente Conferenza di Parigi, come spiega il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace:

R. - Abbiamo radunato i presidenti delle diverse conferenze episcopali regionali del mondo per lanciare un invito alle loro chiese locali affinché si impegnino a fare qualche gesto, azione per ispirare i politici che si incontrano a Parigi. Quindi in un certo senso l’Enciclica Laudato Si' ha scatenato all’interno e fuori dalla Chiesa cattolica questo impegno per il benessere del mondo, dell’ambiente per poter sostenere la vita delle persone. Ed è proprio di questo che la "Cop 21" a Parigi si occupa; si parla di ambiente, di cambiamenti climatici che sono l’effetto del trattamento abusivo dell’ambiente meno capace di creare un ambiente che sostiene la vita delle persone.

D. - Lei pensa che la politica ha ricevuto lo stesso entusiasmo che ha avuto la Chiesa su questa Enciclica?

R. - Si parla sempre della politica, ma la politica è collegata all’economia. E gran parte di ciò che ho potuto constatare finora è che i politici sono molto toccati da questa Enciclica. Come abbiamo visto con la visita del santo Padre negli Stati Uniti, i politici hanno iniziato a parlare di questo e addirittura anche persone dell’economia lo hanno fatto.  Anche il nostro ufficio ha ricevuto un invito negli Stati Uniti. A New York  alcuni vogliono dialogare, discutere il contenuto dell’Enciclica. Quindi la risonanza è stata positiva.

D. - Nella migliore delle ipotesi, qualora tutto andasse per il meglio, quale sarebbe il suo auspicio più grande?

R. - Come sappiamo a Parigi ci sono politici gli stessi presenti all’Onu, a Ginevra; e lì talvolta vengono dette parole che non sono seguite dall’azione che avevano annunciato. Il mio augurio è che questa volta riusciamo ad impegnarci non soltanto su ciò che diciamo, quanto al contenuto perché se tutto è vero  - ed io ho potuto constatarlo in qualche conferenza -, qualcosa sta cambiando. Vale la pena cominciare ad aprire gli occhi e non andare avanti come pensando come al solito agli affari. Questo tipo di mentalità oggi avrà un effetto molto negativo domani. Allora dobbiamo prestare un po’ di attenzione!

La Laudato Si' si pone in continuità anche con l’azione di alcune istituzioni internazionali. Tra queste la Fao, che celebra proprio in questi giorni i suoi 70 anni. Mons. Fernando Chica Arellano, Osservatore della Santa Sede presso la Fao:

R. – La Fao si preoccupa di aiutare soprattutto i più poveri, che sono gli affamati. Mi pare, dunque, che Papa Francesco con l’Enciclica e la Fao con le iniziative che porta avanti, siano molto vicini. Credo che la parola di Papa Francesco venga a sostenere, ad illuminare ed anche a stimolare quello che fa la Fao da 70 anni, che è la lotta contro la fame, per lo sviluppo agricolo e, soprattutto, per la preservazione dell’ambiente rurale e naturale. Riguardo all’Enciclica, diversi ambasciatori – anche il direttore generale – mi hanno detto che per loro, per il proprio lavoro, è una cosa meravigliosa.

D. – Nell’Enciclica la cura della casa comune è una responsabilità per tutti: dal livello statale a quello individuale. Come?

R. – Il testo dell’Enciclica papale è un testo assolutamente equilibrato, e questo è un grande pregio. Si focalizza, cioè, non soltanto sui grandi, ma anche sui piccoli, su tutti. Parla di cooperazione internazionale a livello regionale, a livello locale, a livello personale e, per esempio, a livello dei bambini, parla di scuola e di educazione. La visione del Papa è una visione globale e questo mi pare sia molto importante, perché qualsiasi istanza e persona nell’Enciclica ha una parola che possa sostenerla, che possa incoraggiarla, che possa chiamarla anche alla conversione. E questo è il grande pregio dell’Enciclica.

D. – Per quanto riguarda la cooperazione internazionale, l’Enciclica potrà essere utile anche in vista della Conferenza di Parigi sul clima?

R. – Mi pare che il Santo Padre non soltanto nell’Enciclica, ma anche il 16 settembre ai ministri dell’Ambiente dell’Unione Europa e nel viaggio che ha fatto negli Stati Uniti, quando parla della cooperazione internazionale, l’auspicio sia che gli accordi siano veramente efficaci. Molti degli accordi internazionali finora non hanno avuto la forza di calarsi nella realtà. Allora, quello che auspica il Papa per la Conferenza di Parigi è che si prendano accordi che poi possano diventare realtà. E questo è l’importante.








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