Il Sinodo è stato un cammino faticoso, ma anche un vero dono di Dio, che porterà sicuramente molto frutto. Così il Papa, ieri all’Angelus, ha definito i lavori sinodali sulla famiglia appena conclusi. Un’esperienza di Chiesa in cammino che adesso continua in tutto il mondo. Il servizio di Sergio Centofanti:
Chiesa con le porte aperte
Si è parlato tanto di lotte tra cosiddetti progressisti
e tradizionalisti, ma il vero protagonista del Sinodo – ha detto il Papa – è stato
lo Spirito Santo. Almeno per chi crede. Il vento è lo stesso e soffia dove vuole.
Oggi spinge con forza verso una direzione: la misericordia, l’accoglienza. Spinge
la Chiesa ad essere sempre più una casa con le porte aperte, vicina alla gente. Non
una dogana, dove i suoi membri sono rigidi controllori della grazia, ma la casa paterna
dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa.
Annunciare la misericordia di Dio, non anatemi
Il primo dovere della Chiesa – ha ricordato Papa Francesco
- non è distribuire anatemi ma annunciare il Vangelo della gioia: l’infinita misericordia
di Dio che si manifesta in Gesù, morto e risorto per noi. Senza cadere nel relativismo
o nel buonismo distruttivo, che in nome di una misericordia ingannatrice fascia le
ferite senza prima curarle e medicarle.
La vera dottrina difende l'uomo non le formule
In questo senso il Papa afferma che i veri difensori
della dottrina non sono quelli che difendono le idee ma l’uomo, non le formule ma
l’amore gratuito di Dio, che non ci tratta secondo i nostri meriti e le nostre opere
ma secondo la sua “illimitata generosità”. Il Vangelo, invece di essere fonte sempre
viva che disseta, rischia di trasformarsi in pietra morta da scagliare contro gli
altri. Rischia di escludere invece che curare i malati e reintegrare tutti nella famiglia
di Dio. Uno dei significati del Sinodo – ha detto il Papa – è aver spogliato i cuori
chiusi che spesso si nascondono perfino dietro gli insegnamenti della Chiesa, o dietro
le buone intenzioni, per giudicare, qualche volta con superiorità e superficialità,
i casi difficili. L’impietrimento dei cuori allontana le persone da Dio.
Parlare con la libertà dei figli di Dio
E’ stato un evento – ha ricordato ancora il Papa -
che ha mostrato al mondo la bellezza della famiglia formata da un uomo e una donna,
fedele, indissolubile. Ne ha parlato con parresìa, con la libertà dei figli di Dio,
senza nascondere la testa sotto la sabbia, senza paura di sporcarsi le mani. Con il
desiderio di un linguaggio nuovo che sia compreso da tutti, recuperando la freschezza
originale del Vangelo.
Laici sempre più protagonisti
La Chiesa ha mostrato di essere viva con la ricchezza
della sua diversità che cerca sempre l’unità. Vuole che i laici siano sempre più protagonisti,
perché tutto il Popolo di Dio è chiamato a “camminare insieme” verso Cristo che dona
la vita in abbondanza. Laici protagonisti nella Chiesa e nella società, dove le famiglie
sono chiamate a far sentire sempre di più la loro voce perché la politica le sostenga
e perché sia respinto tutto ciò che le minaccia. Compresa l’ideologia gender.
Eucaristia non è premio per i perfetti
Il Sinodo chiede di integrare sempre di più le famiglie
ferite. Chiede un discernimento per le varie situazioni. Anche le porte dei Sacramenti
– afferma Papa Francesco nella Evangelii Gaudium – non si dovrebbero chiudere “per
una ragione qualsiasi”. Così, “l’Eucaristia, sebbene costituisca la pienezza della
vita sacramentale, non è un premio per i perfetti ma un generoso rimedio e un alimento
per i deboli”.
Gesù include
“Oggi è tempo di misericordia!” – sottolinea il Papa
- Un tempo in cui occorre vincere due tentazioni: la “spiritualità del miraggio”
che ci fa camminare attraverso i deserti dell’umanità vedendo quello che vogliamo
vedere noi e non quello che Dio ci mette davanti agli occhi. Una fede arida, dunque,
che non sa radicarsi nella vita della gente. E la tentazione della “fede da tabella”
che esclude chi non corre secondo i propri ritmi e programmi, chi dà fastidio o non
è all’altezza. Invece “Gesù – ricorda Papa Francesco - vuole includere, soprattutto
chi è ai margini e grida a Lui”.
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