2015-10-26 14:45:00

Appello di cardinali e patriarchi per conferenza clima Parigi


Un accordo sul clima che sia equo, giuridicamente vincolante e generatore di un vero cambiamento. E’ quanto chiedono in rappresentanza della Chiesa dei cinque continenti cardinali, patriarchi e vescovi di varie Conferenze episcopali delle diverse parti del mondo in un appello al COP 21, la «Conferenza delle parti» sul cambiamento climatico che avrà luogo dal 30 novembre a Parigi. Il documento, ispirato all’Enciclica Laudato si' e promosso dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, è stato presentato nella Sala Stampa vaticana. Paolo Ondarza:

La terra è un ‘eredità comune, il  danno all’ambiente e i cambiamenti climatici – scrivono cardinali, patriarchi e vescovi da ogni parte del mondo al summit di Parigi - hanno ripercussioni enormi e impongono un nuovo stile di vita e nuove nozioni di crescita e progresso. La dichiarazione, suddivisa in 10 punti, invoca una leadership coraggiosa e creativa che sappia anteporre agli interessi nazionali il bene comune, con speciale attenzione ai poveri. Si chiede un accordo vincolante che tenga a mente oltre alle dimensioni tecniche anche quelle etiche e morali dei cambiamenti climatici; che riconosca il clima e l’atmosfera come beni comuni globali: un’intesa generatrice di un vero cambiamento che indichi come bene la necessità di vivere in armonia con la natura nel rispetto dei diritti umani; il documento chiede di garantire a tutti l’accesso all’acqua potabile, di limitare l’aumento della temperatura globale, di fissare un obiettivo per la completa decarbonizzazione entro metà secolo, di porre fine all’era dei combustibili fossili fornendo a tutti l’accesso alle energie rinnovabili a prezzi accessibili in un approccio di adattamento che risponda ai bisogni delle popolazioni più vulnerabili e con una roadmap che indichi come fronteggiare gli impegni  finanziari prevedibili. La dichiarazione si conclude con una preghiera per la terra.

“It’s a very historical occasion…
“Un momento storico – ha definito questa firma il card. Oswald Gracias, presidente delle Conferenze episcopali asiatiche – “Dobbiamo fare di tutto per evitare il disastro per le future generazioni”.

“Nosotros vivimos en una zona en donde se están sintiendo muy fuertemente todos los efectos…
Da parte sua il card. Salazar Gomez, presidente del Consiglio episcopale latino americano, ha evidenziato gli effetti dirompenti del cambiamento climatico in America Latina con periodi di siccità e inondazioni devastanti per l’agricoltura soprattutto per i più poveri.

Empezar a defender la arduamente la Amazonía…
Speciale attenzione ha suggerito il porporato per la tutela dell’Amazzonia, la cui biodiversità contribuisce al mantenimento dell’equilibrio del pianeta. Per l’Oceania ha preso la parola mons. John Ribat, presidente della Federazione delle Conferenze episcopali dell'Oceania, che ha lanciato un forte appello: “l’esistenza della nostra biodiversità, della nostra stessa vita nelle isole del Pacifico è a rischio per l’innalzamento dei mari. Non cambiare niente non è fattibile, non rispetta la dignità umana. Le culture evolutesi per migliaia di anni – ha detto - sono destinate ad estinguersi a causa del cambiamento climatico in pochi decenni e i primi a essere colpiti saranno i poveri. Se fallirà Parigi non potremo cambiare nulla”.

“J’ajouterais que c’est un bel exemple de travail de collégialité épiscopale… 
Infine la parola a mons. Jean Kockerols, primo vice-presidente della Commissione degli episcopati della Comunità europea, che ha parlato dell’appello come esempio di collegialità episcopale. La sfida del vertice Cop21 di Parigi non deve essere sottovalutata ha detto il presule esortando l’Europa alla responsabilità nel cambiare gli stili di vita, alla coerenza e all’apertura nei confronti dei Paesi poveri.

“Climate change is one of the most global problems…
Il punto di vista scientifico del prof. Jean-Pascal van Ypersele de Strihou, dell’Università cattolica di Lovanio, ha concluso gli interventi definendo il cambiamento climatico “uno dei problemi più grandi posti di fronte all’umanità”.








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