Mons. Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio, capitale della Somalia, ha parlato all’agenzia Fides di un programma educativo a favore dei disabili lanciato a Gibuti. “Si tratta di un modello di scuola inclusiva, in un territorio dove la stragrande maggioranza sono musulmani e le persone disabili sono spesso ancora considerate oggetto di vergogna, stigmatizzate, tenute nascoste, prigioniere e fuori da ogni contesto sociale”, ha detto mons. Bertin.
Esportare il progetto "una scuola per tutti" anche in Somalia
Il vescovo è appena rientrato da Milano dove ha partecipato, dal 19 al 21 ottobre,
al Congresso uguaglianze difficili e mondi della disabilità. “Anni addietro a Gibuti
venni avvicinato da un gruppo di persone disabili che cercavano aiuto”. Obiettivo
di mons. Bertin era quello di partire da Gibuti per esportare poi il progetto di una
“scuola per tutti” anche in Somalia, devastata dalla guerra e dall’anarchia che continua
a causare molte menomazioni tra la popolazione.
Il servizio è un vera azione missionaria in un Paese musulmano
“Il nostro proposito è quello di unire annuncio e dialogo attraverso questo servizio
che è vera azione missionaria in un Paese musulmano. Grazie all’incontro con l’organizzazione
guanelliana ‘Mediterraneo Senza Handicap’, che segue le persone con disabilità in
diversi Paesi del mondo, siamo riusciti ad aprire due nostre scuole cattoliche, una
a Gibuti e una a Ali Sabieh, 100 km a sud della capitale, a bambini disabili: attualmente
sono inseriti 22 bambini disabili perfettamente integrati con il resto degli alunni”.
“Dopo un sopralluogo e censimento fatto a nord di Gibuti, insieme alle suore di san
Luigi Guanella, di cui abbiamo appena celebrato la
festa, e ad altri esperti, abbiamo affrontato i problemi dei bambini con handicap
e stiamo lavorando alla formazione di insegnanti delle scuole private. Speriamo che
presto rispondano anche quelle pubbliche”, conclude mons. Bertin. (A.P.)
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