2015-10-25 11:30:00

Fisichella: Sinodo, la misericordia di Dio non esclude nessuno


Per un commento sul Sinodo ascoltiamo mons. Salvatore Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, al microfono di Fabio Colagrande:

R. – Un Sinodo profondamente attento alle situazioni culturali, sociali, religiose del mondo contemporaneo. Quindi, un Sinodo che si incarna ancora una volta nella storia, che legge i segni dei tempi, come già 50 anni fa il Concilio ci aveva insegnato, e cerca davanti a questi segni di dare una risposta che sia coerente con l’annuncio del Vangelo, che siamo sempre chiamati a fare, ma nello stesso tempo anche capace di essere capiti e compresi dal mondo contemporaneo.

D. – Un Sinodo che è riuscito a rilanciare la bellezza del matrimonio cristiano …

R. – … e ancora ne emerge in maniera molto fattiva: ne emerge perché la fede permane viva in mezzo alle nostre comunità e perché diventa ancora, questa bellezza del matrimonio, la testimonianza più grande che noi possiamo dare alla cultura di oggi e al mondo di oggi, senza tuttavia impedirci di vedere anche le oggettive difficoltà che ci sono. Si tratta di capire se dinanzi alle difficoltà dobbiamo arrenderci oppure dobbiamo essere capaci di entrare all’interno delle difficoltà, cercare di capirle e trasformarle in positivo. Dall’altra parte, le situazioni che noi viviamo nel mondo di oggi sono talmente complesse, proprio perché elementi positivi si mescolano con dei limiti. Il nostro sforzo dev’essere quello di far emergere il più possibile gli elementi positivi di scelte che sono ancora parziali, per farle giungere poi alla loro pienezza.

D. – Il Sinodo e il Giubileo della Misericordia che sta per iniziare, c’è un collegamento stretto …

R. – Direi che c’è una forte connessione che è emersa anche da tutti gli interventi dei Padri sinodali, sia in Aula sia nei Circuli minores: è il collegamento che noi desideriamo venga recepito come un’autentica azione della Chiesa nella sua opera missionaria nel mondo contemporaneo. La misericordia è innanzitutto la vicinanza, è la presenza, è la comprensione, è la tenerezza, è una carezza che viene data a tutti e da cui nessuno può essere escluso. E ancora una volta, allora, questa espressione forte della tenerezza di Dio ci deve accompagnare non solo per tutto l’anno giubilare, ma iniziando già da quelle situazioni complesse che il Sinodo ha analizzato.

D. – La Chiesa può aprirsi al mondo senza cedere alle logiche del mondo?

R. – Il Signore ce lo ha detto, che noi siamo nel mondo, ma non siamo del mondo. Se noi dimenticassimo questa dimensione – di essere presenti nel mondo – verremmo meno alla nostra missione: non saremmo più la Chiesa. Diventeremmo inevitabilmente una cerchia di eletti, di santi, di purificati: ma non è quello che il Signore ci ha chiesto. Noi continuiamo a essere presenti all’interno del mondo, con una proposta efficace, forte che è appunto l’annuncio del Vangelo, che – non dimentichiamo – è un annuncio rivolto a tutti, nessuno escluso: è un annuncio che deve essere rivolto a tutti, ci deve impegnare tutti, noi credenti, nell’aprirci verso ogni situazione di vita per poter ancora una volta dare il segno concreto della vicinanza e della salvezza di Dio.








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