2015-10-25 11:30:00

Card. Erdö: dal Sinodo esce rafforzata unità della Chiesa


Un’esperienza dell’azione dello Spirito Santo. Così il relatore generale del Sinodo sulla famiglia, cardinale Péter Erdö commenta il cammino compiuto dalla Chiesa in questi due ultimi anni prima con l’assemblea straordinaria del 2014, poi con quella ordinaria di quest’anno. “Dall’assemblea dei vescovi - spiega - scaturisce un rinnovato protagonismo delle famiglie e dei laici nella vita della Chiesa”. Ascoltiamo il porporato al microfono del nostro inviato Paolo Ondarza:

R. – Durante queste settimane è cresciuta l’esperienza della comunione tra di noi. Incoraggiati dal Santo Padre e dopo aver ascoltato le opinioni e le testimonianze degli altri, siamo diventati anche noi stessi più aperti e più responsabili. La Chiesa non è affatto europea, ma siamo veramente globali! E’ cresciuta l’unione e la convinzione sull’universalità della Chiesa. Penso che sia stata confermata una notevole convergenza su punti molto importanti della vita pastorale circa le famiglie e anche della missione delle famiglie stesse. Per esempio: è stata menzionata come funzione centrale quella delle comunità di famiglie. Certamente al Concilio Vaticano II si sottolineava anche la missione attiva dei laici nella Chiesa, ma adesso sembra che sia in atto un nuovo passo.

D. – Visto alla luce di un cammino, durato due anni, che cosa può dirci di questo itinerario che non senza difficoltà è arrivato fino ad oggi?

R. – C’erano, ci sono e possono esserci diverse posizioni, diversi accenti pastorali, anche la formazione teologica di tutti noi può essere diversa nella stessa ed unica verità cattolica, si intende… Però - diversamente dall’impressione che alcune notizie dei mass media davano -  c’è stata sempre una atmosfera di fraternità. Quindi piuttosto un confronto di idee, di proposte e non lotte o combattimenti. Questa è anche molto edificante e molto positiva come esperienza personale. Spero che sia questo un valido contributo al rafforzamento dell’unità della Chiesa, da una parte e dall’altra, alla presa di coscienza del nostro dovere di aprirci ed entrare maggiormente in dialogo con tutto il mondo.

D. – Invito alla conversione, accompagnamento, coinvolgimento: tutti termini che sono presenti in questa Relazione. Grande protagonista è la misericordia, quasi ad aprire le porte all’Anno Santo che la Chiesa si appresta a proclamare e a vivere tra poco più di un mese…

R. – La misericordia di Dio - la giustizia e la misericordia di Dio - era il punto di partenza dei nostri lavori, già nella preparazione e nella fase preparatoria del Sinodo straordinario; adesso, dopo questo grande percorso, ritorniamo a questa grande verità. Però la vediamo, forse, in modo molto più ricco, molto più concreto. Speriamo che anche nella nostra vista possiamo valorizzarla maggiormente.

D. – Lei accennava al protagonismo della famiglia, protagonismo dei laici che esce fuori dalla Relazione finale di questo Sinodo. E’ immaginabile un futuro in cui la partecipazione dei laici sia più forte all’interno di una Aula come quella del Sinodo?

R. – Certamente! Questo Sinodo, come istituzione, della quale abbiamo celebrato proprio il cinquantesimo anniversario, è stato impostato come Sinodo dei Vescovi, quindi una manifestazione speciale della collegialità episcopale. Ma questo non vuole dire – come ha detto pure Papa Francesco – che tutti i laici non abbiano la missione di contribuire agli affari comuni di tutta la Chiesa. Quindi la missione cristiana è universale. Certamente i vescovi hanno la missione apostolica speciale che va anche oltre i limiti della loro diocesi, però anche essere cristiani significa una missione universale. Quindi tutti torniamo a casa un po’ rinforzati nella nostra missione. Quindi è stata anche un’esperienza dell’azione dello Spirito Santo!








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