2015-10-24 15:00:00

Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica


Nella 30.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il Vangelo in cui un cieco, sentendo che Gesù si avvicinava, inizia a gridare verso di lui, nonostante la gente gli dica di fare silenzio. Gesù si ferma e gli chiede cosa desideri: “Che io riabbia la vista” dice il cieco. E Il Signore risponde:

«Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti:

Oggi il Vangelo, pur nella sua semplicità (racconta la guarigione di un cieco che siede a mendicare lungo la strada nei pressi di Gerico), ha una vicinanza commovente con la mia e la tua vita. Quest’uomo seduto a mendicare, perché ha perso la vista, è un’immagine di ogni uomo, che, perduta la direzione della propria vita, siede lungo i sentieri della vita a chiedere un po’ di senso a coloro che passano di lì, a mendicare un po’ di affetto. Non si è rassegnato alla cecità: è un male che lo interroga ed egli interroga Dio: è in attesa che il Signore risponda alla sua sofferenza. Sentendo che passa Gesù, incomincia a lanciare il suo grido di dolore: "Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!". Anche davanti a chi lo rimprovera perché taccia, egli continua a gridare, non vuole perdere quell’occasione, forse unica, di porre termine alla sua sofferenza. E succede. Gesù lo fa chiamare. E’ tale la sua gioia che, balzato in piedi, butta via il suo mantello, tutto ciò che ha per difendersi dal freddo, la sua casa, e si fa condurre da Gesù. “Cosa vuoi che io faccia per te?”, chiede Gesù. “Rabbunì, che io veda di nuovo!”, risponde. Oggi Gesù passa nell’Eucaristia per me per te che siamo ciechi, senza una direzione, senza un significato nella vita, e per di più senza nessuna voglia di gridare, perché forse rassegnati alla nostra cecità, intristiti dalla sofferenza e profondamente delusi. Non perdere questa occasione, grida a Lui che può davvero curare la tua cecità.








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