2015-10-23 13:12:00

Centrafrica, violenze. Chiesa e Acs accanto alla popolazione


Nella Repubblica Centrafricana, oltr alla povertà, continuano a causare morte e dolore i conflitti causati dai ribelli del gruppo Seleka. È questa la toccante testimonianza che il vescovo di Alindao, mons. Cyr-Nestor Yapaupa, offre ad Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs), la Fondazione di diritto pontificio impegnata anche in questo Paese africano, dove la situazione è molto difficile.

“Seleka prende di mira le strutture della Chiesa”
“Il 2013 è stato un anno terribile”, racconta il presule ricordando come nel mirino della coalizione ribelle ci fossero proprio le chiese e le strutture a esse connesse, come i centri sanitari della Caritas. “La comunità cristiana ha sofferto moltissimo – ha aggiunto – molti parroci sono stati costretti a lasciare le loro parrocchie perché i ribelli li avevano derubati di tutto e non avevano più di che vivere”. La diocesi si è poi rimessa un po’ in piedi grazie ai 40 mila euro donati da Acs per le emergenze, finché nel 2014 la situazione è leggermente migliorata grazie all’arrivo delle forze internazionali che hanno spinto Seleka a lasciare la capitale, Bangui.

“I cristiani hanno paura a tornare nelle loro case”
Oggi, però, la situazione è ancora a rischio perché Seleka “possiede molte armi” e la loro presenza scoraggia i cristiani a fare ritorno nelle loro case. “Per 273 mila abitanti abbiamo solo tre medici – dice ancora mons. Yapaupa – e anche gli insegnanti hanno paura a tornare”. La Chiesa continua a sostenere la popolazione, tanto che sono solo le scuole cattoliche a essere rimaste aperte ad Alindao e ci si sta adoperando per ripristinare l’unità mobile per fornire assistenza medica nei villaggi. (R.B.)








All the contents on this site are copyrighted ©.