2015-10-21 14:00:00

Haiti: preoccupazione della Chiesa per il voto del 25 ottobre


A meno di una settimana dalle elezioni presidenziali, legislative e comunali, fissate per domenica 25 ottobre, la Conferenza episcopale di Haiti (Ceh) ha espresso alcune preoccupazioni. In primo luogo per l'esperienza amara del 9 agosto; poi, in modo generale, perché le elezioni ad Haiti purtroppo sono ancora caratterizzate dalla violenza. La scorsa settimana infatti, almeno 15 persone sono morte nella vasta baraccopoli di Cité Soleil, nel settore nord della capitale haitiana Port-au-Prince.

Per la Chiesa non vi è stata una vera campagna elettorale
La nota, ripresa dall'agenzia Fides riporta le parole del portavoce della Ceh, mons. Patrick Aris: "Non siamo mai stati in grado di agire come uno Stato moderno, quando si tratta di organizzare le elezioni". Per mons. Aris "non c'è stata una vera campagna elettorale, formalmente e materialmente. Non possiamo dire che nel gruppo dei 54 candidati vi sia una differenza significativa tra l’uno e l’altro".

La logica del Partito divide più che unire
Alla domanda frequente della popolazione sul perché la Chiesa cattolica non presenti candidati, come hanno fatto i protestanti, il portavoce della Ceh ha risposto: "Non solo perché questo è proibito dal Codice di Diritto Canonico, ma perché secondo l’esperienza della Chiesa cattolica, la logica del ‘partito’ divide più di unire. La missione della Chiesa è quella di unire, creare una comunità unita, mettere insieme, non separarsi come fanno i partiti".

Chiesa denuncia irregolarità al voto del 9 agosto
​Riguardo alle elezioni del 9 agosto, mons. Aris ricorda che “sono state in gran parte caratterizzate da numerose irregolarità, segnalate anche dalla Chiesa, e questa responsabilità è collettiva, ma i delegati e i consiglieri elettorali sono comunque i primi a risponderne". (C.E.)








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