Nuova sessione dei Circoli minori, oggi, al Sinodo dei vescovi sulla famiglia, in corso in Vaticano. I tredici gruppi linguistici sono al lavoro sulla terza parte dell’Instrumentum laboris, dedicata al tema “La missione della famiglia oggi”. Le Relazioni dei Circoli verranno presentate in Aula domani pomeriggio. Intanto, stamani, consueto briefing in Sala Stampa vaticana: sono intervenuti il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, mons. Mark Benedict Coleridge, arcivescovo di Brisbane, e mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma. Il servizio di Isabella Piro:
Patriarca Twal: il Sinodo vuole il bene della
famiglia
Un segno bellissimo di collegialità: così il Patriarca
Twal definisce il Sinodo. Veniamo tutti da contesti differenti, spiega, le
sfide non sono le stesse, è normale che non siamo d'accordo su tutto, ma c’è un punto
comune:
“Tutti vogliamo il bene delle famiglie: in queste due settimane di lavori sinodali, non c’è stato un aspetto della famiglia, in tutto il mondo, che non sia stato toccato, trattato, cercando il meglio per le nostre famiglie, intendendo la famiglia umana, la famiglia religiosa e la famiglia come Chiesa totale”.
Eucaristia per divorziati risposati: non
generalizzare, ma studiare caso per caso
Riguardo, poi, alla questione dei divorziati risposati
e del loro accesso al Sacramento dell’Eucaristia - anche in relazione all’episodio
di un bambino che ha spezzato l’Ostia per donarne parte ai propri genitori - il patriarca
Twal afferma: le domande su tale questione sono tante e non si è indifferenti a questa
situazione. Ad ogni modo, è un campo delicato e non si può generalizzare: meglio studiare
caso per caso, guardando alla misericordia senza dimenticare la dottrina. Dal patriarca,
poi, anche un richiamo alla politica perché sostenga le famiglie.
Mons. Coleridge: no a visioni “manichee”
Il Sinodo non si conclude domenica prossima, sottolinea
dal suo canto mons. Coleridge, ed il suo cammino continua anche dopo. La vastità dei
temi trattati, aggiunge, è uno dei motivi per cui i lavori si sono dimostrati impegnativi.
Quanto ai divorziati risposati, il presule evidenzia che non bisogna ragionare in
termini astratti, ma è bene radicarsi nella realtà, perché questo è un Sinodo innanzitutto
pastorale. L’importante è non avere visioni troppo ‘manichee’ – tutto o niente – perché
la realtà dell’esperienza umana è molto più sfumata e vasta.
Occorre dialogo genuino con le coppie irregolari
Di qui, l’esigenza di un dialogo genuino con le coppie
irregolari, affinché la loro storia venga ascoltata. Senza pretendere, poi, di fare
previsioni in ambito dottrinale, si può dire che non ci sono le basi per un cambiamento
dell'insegnamento della Chiesa. Infatti, spiega mons. Coleridge, non c’è stato un
singolo intervento nel quale sia stato esplicitamente detto che i risposati debbano
essere riammessi alla Comunione, anche se in alcuni Circoli minori è stato richiesto
un gesto di misericordia da parte del Papa, durante il Giubileo. L’arcivescovo di
Brisbane, infine ipotizza la possibilità di un Sinodo nazionale per l’Australia.
Mons. Solmi: Sinodo permette visione meno
chiusa su matrimonio e famiglia
Sulla cattolicità dell’Assemblea episcopale si sofferma,
invece, mons. Solmi, che nell’Aula Sinodale – dice – ha avuto modo
di respirare la Chiesa universale:
“Ho avvertito realmente il senso della cattolicità della Chiesa: venire a Roma ed incontrare il mondo, avere una visione meno occidentale, meno chiusa, del matrimonio e della famiglia, perché nell’Aula del Sinodo arrivano tutte le famiglie del mondo, con le loro particolarità, le loro tematiche, i loro problemi, ed a volte anche con l’insieme di valori e di attenzioni spesso dimenticate nel nostro mondo occidentale”.
No a Sinodo “cosmetico”. La famiglia sia
al centro della Chiesa e della società
Quanto ai percorsi penitenziali, proposti per i divorziati
risposati, mons. Solmi ribadisce l’importanza che la Chiesa accompagni le persone
in difficoltà soprattutto con il discernimento, consapevoli che il perdono di Dio
va anche oltre la mediazione della Chiesa stessa. Infine, mons. Solmi
esprime i suoi auspici per l’esito del Sinodo:
“Io penso e spero ad un Sinodo non ‘cosmetico’, ma un Sinodo che sappia incidere sulla vita della Chiesa, rimettendo la famiglia al posto che le spetta nella Chiesa. E questo spero che possa diventare un segnale forte per la nostra società e per i nostri Paesi che – parlo del contesto italiano – spesso dimenticano sistematicamente la famiglia”.
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