2015-10-18 10:30:00

Elezioni in Svizzera: favoriti partiti anti-immigrazione e anti-Ue


La Svizzera al voto questa domenica per il rinnovo del Parlamento federale. I sondaggi danno per favorito il partito della destra conservatrice e antieuropeista dell'Unione democratica di centro che dovrebbe confermarsi prima formazione politica del Paese al termine di una campagna incentrata sui limiti all'immigrazione e sull'indipendenza della Svizzera dall'Unione Europea. Al microfono di Francesca Di Folco, commenta i temi caldi del confronto elettorale Fabrizio Triulzi, giornalista della radiotelevisione svizzera, responsabile dell'attualità nazionale:

R. – I sondaggi convergono in una vittoria del centrodestra composta dall’Unione democratica di centro e dal partito liberale radicale. Queste sono le previsioni più accreditate non solo dai sondaggi ma anche dai trend elettorali che sono emersi in parecchi cantoni. Quindi un’affermazione, un rafforzamento del centrodestra a detrimento delle forze di centro e dei verdi.

D. – La campagna elettorale è stata caratterizzata da molti temi caldi, come l’immigrazione e i difficili rapporti con l’Ue, soprattutto dopo che gli svizzeri hanno approvato il referendum contro l’immigrazione di massa, bocciando l’accordo che di fatto consentiva la libera circolazione delle persone in Europa…

R. – Sì, diciamo che il tema dominante della campagna elettorale è stato quello dell’immigrazione e soprattutto quello dell’asilo politico alla luce anche degli eventi delle ultime settimane, degli ultimi mesi, in Europa, con l’arrivo massiccio di profughi provenienti da aree di guerra. La Svizzera ovviamente ha anche conosciuto quest’anno un aumento delle richieste di asilo anche se l’arrivo di profughi non è per nulla paragonabile a quello cui sono state confrontate la Germania e l’Austria. Il tema dei rapporti con l’Europa è stato oggetto di campagna elettorale ma in tono minore. I partiti non hanno voluto mettere questo tema in primo piano anche se sarà uno dei temi, uno dei problemi che dovranno essere affrontati con una certa urgenza all’inizio della prossima legislatura.

D. – Considerando la situazione geopolitica attuale, la vittoria della destra porterebbe a un’involuzione, una chiusura sul tema dell’immigrazione?

R. – Tutto dipende da come si vuole applicare l’iniziativa contro l’immigrazione di massa approvata dal popolo il 9 febbraio 2013. Ci sono vari modelli allo studio. L’Udc vorrebbe applicare questa iniziativa con tanto di tetti alle migrazioni contingenti, priorità alla manodopera indigena, vorrebbe applicare questo testo dell’iniziativa alla lettera, quindi in modo rigoroso; gli altri partiti invece sono per un’applicazione più morbida in modo che non possa essere messa a repentaglio la via bilaterale con l’Unione Europea. Ovviamente l’Unione Europea finora non ha dato segnali di disponibilità a rinegoziare l’accordo sulla libera circolazione delle persone come invece richiede il testo dell’iniziativa approvata un anno e mezzo fa dal popolo.

D.  – Cosa comporterebbe nello scacchiere europeo?

R. - Evidentemente qui in Svizzera si è coscienti del problema nel senso che il 55 per cento delle esportazioni svizzere vanno nell’area dell’Unione Europea, quindi da parte degli ambienti economici, dagli ambienti sindacali, si è consapevoli che bisogna assolutamente trovare un accordo con l’Unione Europea. La Svizzera non potrà permettersi di isolarsi né politicamente, né tantomeno economicamente. Sarà una difficile partita tra Svizzera e Ue, richiederà uno sforzo di inventiva e anche di immaginazione ai diplomatici di entrambe le parti sempre che l’Unione Europea sia disposta a negoziare con la Svizzera una revisione dell’accordo sulla libera circolazione delle persone. Gli ultimi segnali che arrivano da Bruxelles sono di questo tenore. Il principio della libera circolazione  non si tocca, è un pilastro fondante l’Unione Europea; si può però discutere della modalità di applicazione di questo principio.








All the contents on this site are copyrighted ©.