2015-10-17 09:22:00

Sinodo. Mons. Zvolensky: la fedeltà non è un ideale astratto


Sarebbe un errore parlare solo delle crisi della famiglia: occorre evidenziare il coraggio della coppie che restano fedeli, dimostrando che l’indissolubilità non è un ideale astratto, ma una realtà possibile con l’aiuto della grazia. Lo ricorda al microfono del nostro inviato al Sinodo Paolo Ondarza, mons. Stanislav Zvolensky, presidente della Conferenza Episcopale della Slovacchia:

R. - La famiglia è una cellula fondamentale della società voluta da Dio; la famiglia è la Chiesa domestica. Il Sinodo parla molto delle difficoltà in cui oggi si trova la famiglia. Forse in un certo senso non è del tutto corretto parlare solo dei lati negativi. E' d’obbligo vedere anche quello che la grazia di Dio fa nei coniugi, nei giovani che si preparano secondo la legge morale al matrimonio - perché ce ne sono - sebbene molti non vogliono che se ne parli.

D. - Qualcuno effettivamente ha detto: “Dal Sinodo molte famiglie che vivono con gioia, consapevolezza quello che la Chiesa propone loro – perché vedono in questi insegnamenti una realizzazione piena – aspettano una parola di incoraggiamento” …

R. - Io sono convinto di questo, perché, secondo la mia esperienza, in tutte le nazioni, in tutte le diocesi, in tutte le parrocchie si trovano molte famiglie che vivono secondo la legge morale. Siamo uomini deboli, ma con l’aiuto della grazia possiamo perseverare nella chiamata al matrimonio. Gli sposi stessi realizzano quello che si chiama “il primato della grazia nella vita di un uomo”. Mi sembra che sia molto importante incoraggiare queste persone. Queste famiglie, questi coniugi, che vivono consapevolmente la vicinanza di Dio sono, in questo senso, di grande esempio per gli altri, e in questo modo educano anche i propri figli. Ci sono anche i giovani che si preparano al matrimonio e cercano di capire cosa sia l’amore vero, la purezza. Vivere secondo la legge morale rappresenta la preparazione giusta, la preparazione vera al matrimonio.

D. – Ritiene che si possa arrivare ad una soluzione per la questione dell’accesso all’Eucarestia per i divorziati e risposati civilmente discernendo tra i differenti casi?

R. – Questa questione è abbastanza complessa. La Chiesa ha già una sua posizione. C’è una posizione che è scaturita da decenni di riflessione da parte dei vertici della Chiesa. Secondo me non si può cambiare questa posizione; dobbiamo rinnovare il nostro amore pastorale, lavorare e dedicarci alle persone che sono in difficoltà.








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