2015-10-17 13:29:00

Disabili e legge Stabilità: stanziati fondi, ma serve di più


Ha avuto il via libera nei giorni scorsi la legge di Stabilità. Fra i molti capitoli di bilancio, ha previsto la conferma di 400 milioni per il Fondo sulla non autosufficienza e 90 milioni per il cosiddetto “dopo di noi”, ovvero la presa in carico di persone con disabilità gravi anche cognitive, che abbiano perso i genitori. Provvedimenti che tuttavia non offrono risposte esaurienti secondo il Coordinamento Nazionale Famiglie di Disabili Gravi e Gravissimi, come conferma la presidente, Simona Bellini, al microfono di Paola Simonetti:

R. – Prima di tutto, dobbiamo chiarire che il Fondo nazionale per la non-autosufficienza dovrebbe essere un fondo stabile e non collegato alla Legge di stabilità. Il sostegno alla disabilità rappresenta un diritto fondamentale, quindi non può e non deve essere legato alle disponibilità di bilancio. In questo modo non dà nessuna certezza e questo, appunto, è fondamentale.

D. – Quali sono, però, i nodi cruciali a cui occorrerebbe mettere mano da subito con questi fondi, nell’ambito della disabilità gravissima, in Italia?

R. – Intanto, il sostegno al care-giver familiare: conservare il care-giver familiare il più a lungo possibile, quindi dargli dei diritti, dargli un sostegno a livello sanitario, a livello assicurativo in modo tale che possa continuare a svolgere la sua funzione il più a lungo possibile. I sostegni non possono e non devono essere collegati a determinante patologie, cosa che accade purtroppo ora nel riparto regionale dei fondi. La non autosufficienza va sostenuta in tutti i suoi aspetti, quindi è necessario dare risposte uguali a parità di bisogno. Don Milani affermava che non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali; noi aggiungiamo che è altrettanto ingiusto far parti diseguali fra uguali.

D. – La legge sul “Dopo di noi” ancora non è stata approvata: su cosa dovrebbe avere la massima attenzione il provvedimento?

R. – Purtroppo, la legge che verrà approvata è tutta volta all’isolamento delle persone non autosufficienti in istituti e in case-famiglia, soprattutto per quanto riguarda le persone con disabilità cognitive non in grado di scegliere. Speriamo ci sia il tempo per modificare questo provvedimento che miri a conservare la persona non autosufficiente nel proprio ambito, anche quando la famiglia d’origine non ci fosse più. Questo è il punto centrale: qualsiasi persona ha un ambito familiare, ed è quello che va conservato, a prescindere. Se invece non verrà modificata, verrà solo a ingrassare un terzo settore poco sano che sulle persone non autosufficienti avrà spazio per lucrare invece che per sostenere.








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