2015-10-16 13:54:00

Nigeria: attacchi Boko Haram provocano oltre 30 morti


Non si arresta la scia di sangue che gli estremisti di Boko Haram lasciano dietro di sé in Nigeria: dopo l’attentato di giovedì nella moschea di Maiduguri, il cui bilancio ufficiale è di almeno 30 morti, ieri mattina, nei pressi della città, quattro donne kamikaze si sono fatte esplodere uccidendo18 persone. Intanto si fa strada l’ipotesi che il gruppo terrorista sia in possesso di armi straniere. Roberta Barbi ha intervistato Anna Bono, docente di Storia e istituzioni dell’Africa, all’Università di Torino: 

R. – In Nigeria gli ultimi due attentati sono gli ultimi - appunto - di una serie che si è andata intensificando soprattutto in queste ultime due settimane, subito dopo una dichiarazione trionfale dell’esercito nigeriano secondo la quale entro qualche settimana i terroristi "Boko Haram" sarebbero stati del tutto sconfitti, ed ecco l’intensificarsi degli attentati che va sottolineato nell’ambito di un quadro più generale che vede dal maggio–giugno scorso un netto peggioramento della situazione.

D. – Boko Haram sembra dunque quanto mai vitale nonostante il neo presidente Buhari aveva promesso in campagna elettorale che l’avrebbe debellato entro novembre …

R. – Aveva dato tre mesi di tempo all’esercito per risolvere la crisi, siamo quasi allo scadere di questo periodo e la crisi continua. L’aspetto che oggettivamente aveva suscitato qualche speranza era stato un intervento molto deciso da parte del Ciad, determinante nel sottrarre ai terroristi Boko Haram gran parte dei territori e delle città che avevano conquistato nei mesi precedenti: sembrava la fine e invece - come si può constatare - la fine non c'è stata; anzi, c’è qualche analisi che interpreta questi sviluppi non tanto come declino del movimento, quanto come un cambiamento di strategia, ritornare più che all’obiettivo di conquistare vasti territori a quello di terrorizzare con attentati messi a segno dappertutto. Ormai sono anche i campi profughi ad essere presi di mira.

D. – I kamikaze dell’attentato di stamattina erano tre donne: spesso vengono usati anche i bambini. Il gruppo ha una strategia di morte particolarmente crudele?

R. – Ha la strategia di morte che caratterizza tutti i movimenti terroristici di matrice jihadista. Ciò che caratterizza, in particolare, i Boko Haram è il fatto di utilizzare donne e soprattutto bambini, bambine e adolescenti. L’ipotesi – anzi, praticamente la certezza - è che si servano di bambine, di ragazze, di donne che hanno rapito durante i loro raid nei villaggi e nei quartieri delle città e che poi usano. Non si possono chiamare “kamikaze”, perché è chiaro che agiscono o inconsapevoli di quello che succederà loro, oppure talmente spaventate dall’alternativa - cioè da una morte dolorosa - da accettare il loro destino.

D. – A marzo la fazione più radicale di Boko Haram aveva giurato fedeltà al sedicente Stato Islamico. Nei fatti come si è sviluppata questa alleanza?

R. – Ci sono delle indicazioni che fanno pensare a un concreto sviluppo, ovvero che non si tratti soltanto di una dichiarazione di fedeltà e di alleanza, ma che ci siano dei rapporti tra i Boko Haram e lo Stato Islamico, in particolare con quell’enclave dello Stato Islamico che è stata creata nei mesi scorsi in Libia. Ci sono prove che nelle ultime settimane in Libia siano state mandate alcune centinaia di terroristi Boko Haram ben addestrati e ben armati a sostegno dello Stato Islamico per contribuire a rafforzare le sue posizioni e a estenderle.

D. – La Casa Bianca ha annunciato l’invio di soldati in Camerun - dove spesso questi estremisti sconfinano - per ora in operazioni di sorveglianza, intelligence e ricognizione. Come possiamo interpretare questa decisione?

R. – Non è la prima volta che gli Stati Uniti si impegnano a collaborare con la Nigeria e con gli altri Stati minacciati. Quest’ultimo provvedimento - inviare dei militari, quindi non dare soltanto supporto logistico - è indicativo di quanto sia grave la situazione che ormai da molto tempo trascende il Paese in cui Boko Haram è nato: la Nigeria. Ormai a essere colpiti dai Boko Haram sono anche il Ciad, il Camerun, il Niger e - come dicevo prima - questi rapporti con lo Stato Islamico in Libia ci danno un quadro ancora più esteso e allarmante della situazione.








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