Migliaia di persone hanno abbandonato le loro case e fuggono dal distretto di Singkil, nella provincia di Aceh, dopo gli episodi di violenza confessionale di due giorni fa. Centinaia di musulmani appartenenti all’Islamic Youth Movement (Ppi) hanno incendiato due chiese cristiane e ingaggiato una sorta di guerriglia contro i cristiani. Il bilancio aggiornato - riferisce l'agenzia AsiaNews - è di due morti tra gli assalitori e alcuni feriti. Centinaia di famiglie, quasi 7mila persone, abbandonano la zona per timore di recrudescenza del conflitto.
Centinaia di cristiani stanno cercando rifugio nel Sumatra del Nord
Il distretto di Singkil è collocato all’estremo sud della provincia di Aceh, a pochi
chilometri dal confine con il Sumatra del Nord, dove stanno affluendo i fuggitivi.
Ad Aceh vige la sharia islamica. In una lettera indirizzata a Kelompok Bakti Kasih
Kemanusiaan (Kbkk), gruppo umanitario cattolico con sede a Jakarta, il sacerdote Ipung
Purwosuranto afferma che centinaia di persone stanno cercando rifugio nel Sumatra
del Nord: “A decine sono arrivati chiedendo asilo alla parrocchia di San Michele a
Tumajae, nella diocesi di Sibolga. Sono ospitati temporaneamente nella canonica e
nella casa delle suore”. Secondo padre Dominikus Sibagariang, il flusso di rifugiati
avrebbe raggiunto le 2mila unità: “Diversi sacerdoti cappuccini li aiutano portando
loro generi alimentari insieme alle suore locali. È una missione umanitaria. La presenza
dei sacerdoti dà alla gente un senso di speranza e sicurezza”.
La protesta per la costruzione delle chiese considerate illegali
Gli incidenti di Singkil si sono verificati a causa della rabbia dei gruppi musulmani
nei confronti della costruzione di troppe chiese “illegali” (perché privi dell’Izin
Mendirikan Bangunan, il permesso di costruzione). La regione non aveva mai registrato
episodi di odio confessionale prima. Secondo Safriadi, capo del distretto, le comunità
musulmana e cristiane hanno firmato un trattato di pace nel 1979, poi confermato nel
2001, in cui si impegnano a mantenere un coesistenza pacifica. L’accordo prevede il
diritto per i cristiani di costruire chiese, ma solo una su quattro permanente; le
altre, “mobili”, vengono chiamate “undung-undung”. “Al giorno d’oggi – spiega Safriadi
– il numero di undung-undung è più alto di quello pattuito. I cristiani ne hanno almeno
24, e questo ha scatenato la protesta dei leader musulmani”.
Ad Aceh è sempre più radicale la visione dell'islam
Il 6 ottobre la comunità islamica ha manifestato in modo pacifico chiedendo lo smantellamento
delle chiese temporanee illegali, ottenendo la promessa del capo distretto. Un ulteriore
accordo del 10 ottobre ha stabilito la distruzione di 10 luoghi di culto cristiani. L’inizio
delle demolizioni era programmato per il 19 ottobre e si sarebbe concluso nel giro
di due settimane. La comunità islamica, spazientita dall’attesa, ha deciso di farsi
giustizia da sé appiccando il fuoco a due chiese. La provincia di Aceh ha introdotto
la legge islamica (shari'a), in seguito a un accordo di pace fra Jakarta e Movimento
per la liberazione di Aceh (Gam), e in molte altre aree (come Bekasi e Bogor nel West
Java) si fa sempre più radicale ed estrema la visione dell’islam. (M.H.)
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