2015-10-14 15:05:00

Sinodo, padre Lombardi: lettera cardinali ha avuto più eco del dovuto


Nessuna enfasi, nessun impatto, ha avuto più eco di quanto fosse necessario. Così il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, e il cardinale Vincent Nichols, presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, a proposito della lettera di alcuni cardinali al Papa, di cui i media molto si sono occupati in questi giorni. Al consueto briefing nella Sala Stampa della Santa Sede sui lavori della XIV Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi dedicata alla famiglia, hanno preso la parola anche il cardinale Rúben Salazar Gómez, presidente del Consiglio episcopale latinoamericano, il Celam, e il cardinale Philippe Ouédraogo, arcivescovo di Ouagadougou nel Burkina Faso. Il servizio di Giada Aquilino:

“Più eco” di quanto meritasse: sollecitato dai giornalisti sulla lettera indirizzata al Papa da un gruppo di cardinali, padre Federico Lombardi ha invitato così ad “andare avanti” con gli impegni del Sinodo. Anche il cardinale Vincent Nichols ha assicurato che tale lettera non ha avuto “nessuna enfasi, nessun impatto” sul prosieguo dei lavori. Il portavoce vaticano si è però soffermato sui chiarimenti chiesti dai giornalisti a proposito del perdono invocato dal Pontefice all’udienza generale. Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede ha precisato che Francesco ha fatto riferimento a Roma, ma “non per quanto riguarda il sindaco specificamente”, perché si tratta di una questione “di carattere politico e non ecclesiale”:

“Il Papa si rende conto che ci sono persone semplici, delle persone che vengono alle udienze, che a volte sono turbate o addolorate per delle notizie che si leggono. E allora in questo senso, per quanto c’è una responsabilità della Chiesa o di uomini di Chiesa, il Papa chiede perdono che non ci sia edificazione e positività ma che ci siano anche a volte degli esempi negativi o delle cose che turbano”.

A fare da filo conduttore alla conferenza stampa è stato un raffronto tra i precedenti Sinodi e quello in corso. A colpire il cardinale Vincent Nichols è stata, ha detto, la “correlazione” tra i Circoli minori e le sessioni plenarie, caratterizzata da “più creatività, più energia”. Quindi una riflessione sulla metodologia. L’arcivescovo di Westminster ha osservato come sul documento finale del Sinodo straordinario si siano inseriti i contributi arrivati dalle consultazioni effettuate tra l’Assemblea dell’anno scorso e l’attuale:

“A combination of two sources has led most groups today….
Questa combinazione ha portato molti gruppi oggi a dire che l’Instrumentum Laboris – in questa seconda parte – ha bisogno di una sua ristrutturazione, di uno ‘sprint’, di un tema teologico più forte per guidare tutti noi”.

Il cardinale Rúben Salazar Gómez ha ricordato come nei due altri Sinodi a cui ha partecipato, dopo la presentazione dell’Instrumentum Laboris, nei Circoli minori si lavorasse a proposte sul documento da presentare al Santo Padre:

“En este momento, nosotros no sabemos si el documento para el cual estamos trabajando…
In questo momento non sappiamo se il documento sul quale stiamo lavorando verrà pubblicato direttamente oppure se servirà al Pontefice per una nuova Esortazione apostolica”.

L’impegno ha proseguito l’arcivescovo di Bogotá è a guardare al futuro per rispondere a “tutti i dubbi e tutte le speranze” di oggi: si sta facendo uno “sforzo enorme” per ascoltare le voci delle famiglie e delle persone, in particolare di quelle che “vivono momenti difficili” e quindi hanno bisogno di un aiuto particolare. A guidare i lavori, ha aggiunto, la bellezza della dottrina della Chiesa cattolica su matrimonio e famiglia, in cui c’è una “fonte permanente” per qualsiasi risposta. Ha pure confermato come tra le proposte avanzate ci sia l’idea di Assemblee continentali che precedano i Sinodi.

Il cardinale Philippe Ouédraogo, arcivescovo di Ouagadougou, ai giornalisti ha confermato come in alcuni Circoli si sia notata un’impostazione “occidentale” della discussione, ma ha sottolineato come poi ogni situazione specifica – dalla questione dei divorziati risposati a quella della poligamia – vada vista secondo il “background” culturale territoriale. Ha invitato a “tornare su Giovanni XXIII”, su quanto disse circa l'aggiornamento, la comprensione del Vangelo: “possiamo comprenderlo sempre meglio - ha ricordato - se scambiamo le nostre opinioni”. Ha poi evidenziato come i Paesi dell’Africa, ad esempio il Burkina Faso, siano terre di prima evangelizzazione e al Sinodo cerchino di capire meglio il “progetto di Dio per l’uomo, la donna, il matrimonio, la famiglia”:

“Nous ne sommes pas venus pour épouser les valeurs ou les non valeurs…
Noi non siamo venuti per sposare i valori o i non valori culturali degli altri, ma siamo venuti insieme per contemplare Cristo e – sulla base del Vangelo – cercare di capire quelle che sono le sfide che il mondo attuale pone oggi alla Creazione e alla famiglia”.








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