2015-10-14 13:00:00

Sinodo, Grecia: coppie cattolici-ortodossi, esempio di ecumenismo


Al Sinodo c'è stato spazio anche per la testimonianza della Chiesa in Grecia, che racconta le storie di famiglie alle prese con la crisi economica, con il costante approdo di profughi dal Medio Oriente, ma anche espressioni di un felice rapporto ecumenico tra laici cattolici e ortodossi. Al microfono del nostro inviato Paolo Ondarza sentiamo mons. Francesco Papamanolis, presidente della Conferenza episcopale greca:

R. – Riguardo alla famiglia quello che dobbiamo dire, e che incide molto di più, è il fatto che i matrimoni misti che celebriamo nella Chiesa cattolica sono quasi l’80% dei matrimoni celebrati nella Chiesa cattolica in Grecia. Quindi, come può comprendere, la maggioranza delle famiglie è di religione mista.

D. – E c’è una buona riuscita di questi matrimoni misti?

R. – Non ci sono problemi legati alla diversità di confessione religiosa. In genere, i figli che nascono vengono battezzati nella Chiesa a cui appartiene il padre. La madre è quasi sempre molto rispettosa della confessione nella quale è stato battezzato il figlio. Anzi, ci sono molte mamme ortodosse che portano i propri figli al catechismo della Chiesa cattolica.

D. – Quindi c’è un buon esempio di ecumenismo…

R. – Sì, e non solamente da parte delle famiglie, ma anche da parte di tutti i laici; sia da parte ortodossa che cattolica, tutti vogliono l’unità: la separazione sfortunatamente la manteniamo noi ecclesiastici.

D. – Parlare di Grecia, parlare di famiglie, non può non prendere in considerazione il difficile momento che a livello economico sta vivendo il Paese e come questa crisi si ripercuote sulle famiglie…

R. – La crisi economica incide su tutti: anzi, ora dal 26 giugno abbiamo anche il “capital control”. All’inizio, si potevano prelevare 50 euro al giorno dalle banche. Ora è possibile prelevarne solamente 420 euro alla settimana. E chi è impiegato non può con questi soldi far fronte a tutti gli obblighi economici che ha, ad esempio pagare le bollette... Questo “capital control” influisce molto sul commerci, ed è quindi un altro motivo per cui l’economia va sempre peggio. Anche noi, come diocesi, non abbiamo entrate. Sono diminuite le offerte dei fedeli, perché non hanno i soldi neppure per loro…

D. – E come Chiesa che cosa chiedete?

R. – Come Conferenza episcopale abbiamo scritto al centro Fondo monetario internazionale, alla Banca Centrale europea, e alla Commissione europea. L’unica soluzione è la solidarietà. Ci hanno risposto che faranno tutto il possibile. L’economia, però, è solo uno dei motivi della crisi, perché ultimamente c’è stato anche il problema dei migranti, che sono venuti in blocco... La Grecia infatti si trova ai confini con il Medio Oriente.

D. – E come l’Italia, è stata una porta nel Mediterraneo…

R. – In queste isole – e sono molte – ai confini con la Turchia i migranti oltrepassano il numero degli abitanti stabili. Tutti usano belle parole, parlano di “solidarietà”... Vediamo che lo dicono, ma non lo fanno. Nessuno si è mosso. Ultimamente solo il Santo Padre per mezzo di "Cor Unum" ci ha mandato 50 mila euro. Senza dubbio, è stato un dono simbolico per incitare anche gli altri a fare lo stesso e invece nessuno lo ha imitato.








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