“La migrazione croata, sfortunatamente, non è una cosa del passato, ma al contrario è cresciuta recentemente in modo allarmante, specialmente tra i giovani professionisti ed intellettuali, con le loro famiglie”: è questo uno dei passaggi-chiave dell’appello lanciato dagli Operatori pastorali croati in Europa occidentale, al termine del loro incontro annuale, svoltosi a Kaštel Štafilić dal 5 al 9 ottobre. L’evento, al quale hanno preso parte sacerdoti e responsabili di missioni e comunità cattoliche croate nell’Europa dell’ovest, ha avuto come tema “Religione e salute mentale: il contributo di religione, psicologia e medicina”.
Avviare programmi specifici per fermare ulteriori migrazioni
Ricordando “gli oltre 600mila croati cattolici che sono migrati nelle comunità occidentali
d’Europa”, i partecipanti all’incontro affermano: “Con tristezza e preoccupazione,
abbiamo visto che molti dei nostri connazionali lasciano la patria con leggerezza
e senza alcuna preparazione”. Per questo, poi, “si trovano in grave difficoltà e cercano
aiuto presso le missioni cattoliche croate, che però non riescono a provvedere a tutti
i loro bisogni”. Di qui, l’appello alle autorità di Zagabria affinché assumano “un
atteggiamento positivo nei confronti della diaspora croata, attuando anche programmi
specifici per fermare ulteriori migrazioni”.
Non dimenticare i croati in diaspora
Gli operatori pastorali chiedono anche “un’assistenza più efficace nei confronti
dei migranti croati”, in particolare per quanto riguarda le procedure di voto a distanza
e la rappresentanza delle persone in diaspora all’interno del governo di Zagabria.
Infine, si auspica “la rimozione di ostacoli burocratici per potenziali investitori
in Croazia e l’avvio di strategia di ritorno in patria per gli emigrati”. (I.P.)
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