2015-10-07 13:27:00

Mons. Vuksic: da Sinodo una via di verità non di popolarità


Misericordia e Verità sono sorelle, mai in antitesi: sfida del sinodo è riproporre inalterato il deposito della fede con uno sguardo attento e accogliente nei confronti delle situazioni ferite. Lo spiega mons. Tomo Vuksic, ordinario militare di Bosnia ed Erzegovina al microfono di Paolo Ondarza:

R. – Il mio augurio è che da questo Sinodo possano venire fuori molti frutti, prima di tutto al livello della conferma della fede della Chiesa per quanto riguarda la famiglia e poi per quanto riguarda la cura pastorale per le famiglie e la pastorale della Chiesa. Sempre di più ci troviamo davanti a nuove sfide che bisogna affrontare in uno spirito di cura e di amore verso tutti, in uno spirito di fedeltà alla fede della Chiesa e alla tradizione, e certamente in uno spirito di grande misericordia, soprattutto verso quanti soffrono.

D. – Sono queste le sfide che vive anche la sua gente?

R. – Sì, la Chiesa non vive le stesse esperienze da tutte le parti del mondo. Un po’ dappertutto, però, si sente la stessa problematica. Alcune cose, in certe parti, ritardano un po’ quella problematica che sentono le famiglie e la Chiesa in Europa, in America e nel mondo occidentale intero, e certamente non è vissuta allo stesso livello nei Paesi africani e nei Paesi asiatici. Queste, però, non sono isole chiuse e la problematica c’è: la secolarizzazione, la crisi della fedeltà e del concetto cristiano della famiglia. Sempre di più è presente questa devastazione della famiglia come nucleo della Chiesa e della società. La famiglia, presa in senso classico e nello spirito cristiano, viene vista sempre di più come una cosa del passato. Qui soprattutto le cosiddette multinazionali ideologiche e mediatiche vanno in offensiva contro il concetto biblico della Chiesa, della cristianità intera.

D. – E questo provoca spesso una derisione della fedeltà per sempre in una coppia, nel pensiero comune, quasi uno sminuire l’importanza di questo, quando in realtà l’impegno per sempre, l’indissolubilità, hanno una forza attrattiva, nonostante tutte le difficoltà, anche per il mondo di oggi…

R. – L’attrattività certamente non è un argomento teologico. La Rivelazione divina ci dice l’indissolubilità del matrimonio, è la Chiesa che lo propone. Sia ai tempi di Gesù sia oggi la Chiesa, proponendo diverse cose del suo contenuto, della sua fede, si trova spesso nella situazione in cui si trova San Paolo all’Aeropago ad Atene, quando dovette predicare un Dio sconosciuto. Oggi, come sempre, la Chiesa si trova all’Aeropago. E l’attrattività non è un argomento per seguire o abbandonare certe convinzioni e la fede della Chiesa, ma la fede come tale è la fede e va proposta pure lì dove qualcuno non la sente attrattiva. E’ la via di salvezza, via Crucis moderna della Chiesa, che deve essere affrontata. Fuggire dalla via Crucis non sarebbe il modello di Gesù. La popolarità di poco conto non è una via pastorale della Chiesa cattolica.








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