2015-10-06 14:00:00

Siria. Mons. Audo: distruzioni a Palmira monito dell'Is all'Occidente


“Non è un messaggio interno, per la Siria, ma un monito alla comunità internazionale, in particolare a Stati Uniti ed Europa, che prestano maggiore attenzione ai beni e ai reperti archeologici”. È quanto afferma all'agenzia AsiaNews mons. Antoine Audo, arcivescovo caldeo di Aleppo, commentando la distruzione per mano del sedicente Stato Islamico dell’arco di trionfo di Palmira, vestigia di epoca romana di almeno duemila anni. I miliziani hanno “polverizzato” il monumento finora conservato all’interno di un’area che, se resterà ancora lungo nelle loro mani, è destinata a essere “condannata” come riferisce il capo del Dipartimento per l’archeologia e i beni antichi del governo siriano Maamoun Abdulkari. Commentando il nuovo attacco al patrimonio culturale, il prelato spiega che “attraverso questi gesti i miliziani vogliono mostrare all’esterno la loro forza, la violenza, il dominio sul mondo arabo e musulmano. Un atto di grande propaganda mediatica”. 

L'escalation delle violenze complica la fragile situazione dei cristiani
L’arcivescovo caldeo di Aleppo parla ad AsiaNews di una “situazione drammatica” che peggiora sempre più. “La gente è divenuta povera, malata, non c’è denaro per comprare cibo, tutto è caro”. Intanto i miliziani continuano a “lanciare i loro messaggi, vogliono far capire che sono potenti e che hanno i mezzi per fare paura. E anche l’Occidente - avverte - è in pericolo di fronte a questi gruppi estremisti”. L’escalation di violenze e terrore complica ancor più la già fragile situazione della comunità cristiana, che registra un esodo di famiglie e giovani che “sembra non finire”. 

La Chiesa invoca una soluzione politica per arrivare alla pace
“La Chiesa opera per mantenere questa presenza cristiana in Medio Oriente e in Siria viva e attiva - prosegue il presule - quale segno di pluralità e dignità. Tuttavia, ci sembra che l’Occidente non presti attenzione a questo aspetto; la scomparsa dei cristiani sarebbe una perdita non solo per le Chiese orientali, ma anche per l’islam stesso; senza questa presenza ci sarebbe spazio solo per la violenza pura e semplice, una violenza voluta da una parte per poter continuare a distruggere”. La Chiesa siriana, conclude mons. Audo, cerca per quanto possibile “di dare un futuro alle famiglie e ai giovani offrendo educazione, cibo, assistenza sanitaria e sostegno psicologico; ma senza la pace, senza una soluzione politica, guerra e violenze sono destinare a continuare”. 

La guerra ha causato 240mila morti e 10 miioni di sfollati
Dal marzo 2011, data di inizio degli scontri fra il governo Assad e una multiforme coalizione di oppositori, sono decedute oltre 240mila persone. Gli sfollati, secondo i dati delle Nazioni Unite, sono circa 10 milioni. Almeno 4 milioni hanno scelto le nazioni confinanti – Turchia, Libano, Giordania e Iraq – mentre altri 150mila hanno chiesto asilo all’Unione Europea. Gli altri 6,5 milioni sono invece sfollati interni, persone che hanno dovuto abbandonare tutto ma hanno scelto di rimanere nel Paese. (D.S.)








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