2015-10-05 15:41:00

Mondadori acquista Rcs Libri: critiche ad operazione


Il secondo gruppo librario italiano dell’editoria, la Rcs libri, divisione del gruppo del Corriere della Sera, è stato acquisito per 127,5 milioni di Euro dalla casa editrice Mondadori. Un’operazione su cui sono piombate numerose critiche – oltre a una cinquantina di autori della Bompiani, anche lo stesso ministro per i Beni culturali Dario Franceschini si è detto preoccupato della decisione - perché genererebbe un maxi-gruppo editoriale, con quasi il 40 per cento del mercato. Con la firma del contratto di acquisto di Rcs Libri, infatti, Mondadori porta sotto il suo controllo oltre a Rizzoli una serie di marchi storici dell'editoria italiana. Ma quale scenario si andrà a disegnare da questo nuovo assetto? Maria Caterina Bombarda lo ha chiesto al nuovo direttore editoriale dell’Editrice Missionaria Italiana (EMI), Guido Mocellin:

R. – Io sono andato a ritrovare una dichiarazione che ha fatto alcuni mesi fa Stefano Mauri, che è il capo di quello che era il terzo gruppo e che adesso diventa il secondo gruppo editoriale italiano, cioè GeMS, Gruppo editoriale Mauri Spagnol. Lui ha detto una cosa che mi trova molto d’accordo, in particolare anche da direttore editoriale dell’Emi: il mestiere dell’editore è quello di un centauro. Una parte del lavoro è industriale e la massa critica quindi serve, dunque più il gruppo è grande e più naturalmente è forte, perché è in un regime di semi concorrenza. C’è anche una parte del lavoro, che è quella con la quale si crea veramente valore, fatta di ricerca, passione e talento, che è artigianale e non si giova più di tanto delle dimensioni e se va bene non ne soffre. Questa è una idea – per esempio – che qui all’Emi condividiamo molto: c’è una componente "corsara" nel lavoro editoriale e per fare i corsari servono delle navi piccole e veloci. I colossi servono a poco o a nulla.

D. – E’ una decisione su cui sono piombate reazioni critiche, anche importanti: penso ai 50 autori guidati da Umberto Eco, a Bompiani, al tweet del ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini… C’è davvero da temere che si generi un maxi-gruppo editoriale senza rivali sul mercato? Ci sono rischi reali?

R. – Dicono sempre gli analisti che la quota del 40 per cento, che andranno a sfiorare, è effettivamente una quota molto, molto alta. Se non ho fatto male i conti, GeMS è al 10, Feltrinelli poco sotto… Quindi gli altri - il restante 50 per cento grosso modo – mi pare che stiano tutto sotto al 10 per cento. E questa è una quota molto alta: in altri Paesi ci sono state delle concentrazioni importanti, che però non sono arrivate al 25 per cento. In questo l’Italia – come al solito - sconta un po’ la sua storia… Poi ci sono dei sotto temi importanti: per esempio questo quasi 40 per cento diventa un 70 per cento se parliamo dei tascabili; un 25 se parliamo dello scolastico e lo scolastico per gli editori è molto importante di quello che può apparire, perché comporta meno rischio. E poi c’è il grande tema della distribuzione libraria, che corre il rischio di condizionare di più il mercato, perché tutte le librerie sentono la concorrenza di Amazon: che cosa ha di bello Amazon o comunque la vendita online, che non danno le librerie? Che il magazzino di Amazon è potenzialmente infinito, è potenzialmente esteso tanto quanto l’intera produzione libraria.

D. – Quali contromosse ci si potrebbe inventare per arginare il monopolio?

R. – Fare dei bei libri, farli in fretta e farli arrivare il più in fretta possibile nelle librerie, sempre che le librerie rimangono aperte…

D. – L’editoria religiosa, rispetto a questa operazione, come si pone?

R. – L’editoria religiosa sconta già delle difficoltà che poi, a loro volta, passano attraverso la crisi della distribuzione delle librerie: se le librerie di catena, hanno le loro difficoltà, le librerie religiose hanno – essendo specializzate – le stesse difficoltà ancora più ampliate. Certamente bisognerà che gli editori religiosi si organizzino perché i loro buoni libri arrivino al pubblico attraverso le grandi librerie che, in qualche modo, fanno capo anche a questi due editori che si sono fusi.








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