2015-10-04 12:04:00

Sacra Famiglia modello per le coppie in piazza con il Papa


Decine di migliaia le famiglie che hanno invaso gioiosamente Piazza San Pietro fin dalle prime ore di ieri pomeriggio, per partecipare alla Veglia di preghiera con Papa Francesco. Le loro emozioni nelle interviste di Marina Tomarro.

R. – Crediamo nella famiglia, quindi vogliamo partecipare anche noi. L’anno prossimo ci sposiamo. Penso, quindi, sia buono stare qui a sostenere la famiglia, perché è quello che noi abbiamo intenzione di formare: una famiglia cristiana.

R. – Ciò che mi ha spinto ad essere qui è il fatto di essere famiglia. Questa cosa che il mondo sta cercando di distruggere, mi porta ad essere qui in prima persona, per testimoniare quanto sia grande. Siamo opera di Dio e qui dimostriamo il fatto che la sua presenza in noi fa meraviglie, è qui: sono i nostri figli.

R. – E’ iniziare insieme di nuovo una famiglia, una famiglia giovane che deve quindi in qualche modo rifare l’esperienza di famiglia in Chiesa.

D. – Il Papa ha parlato di famiglia come luce nel mondo. In che modo rispondere a questa sua esortazione?

R. – Luce nel mondo. E’ missione per noi tutti: incontrare gli altri e far conoscere quella che è la nostra realtà. Luce, quindi, in questo senso: poter rendere missione il nostro cammino.

R. – E’ stato un fatto importante, un bel segno, accendere proprio quella luce di fronte a quell’icona. Anche una piccola famiglia, infatti, una piccola Chiesa domestica, è una luce grande nel mondo.

D. – In che modo si cerca di superare le difficoltà?

R. – Nella condivisione. Il Papa ha detto che incontriamo Gesù nell’altro. Se abbiamo, quindi, forte questa immagine, tutti gli ostacoli si possono superare. 

D. - La famiglia di Nazareth, modello della famiglia. Quanto, allora, è per voi importante?

R. – Il Papa ha sottolineato come fosse una famiglia come tante, quindi con le difficoltà. Sentire, dunque, la vicinanza di questa famiglia anche quando si discute, quando si vivono i problemi quotidiani, che sono sotto gli occhi di tutti.

D. – Cosa si aspetta da questo Sinodo?

R. – Mi aspetto delle coordinate giuste, un ritornare con dei parametri, dei confini, ma anche dei nuovi obiettivi, dei nuovi desideri.

R. – Mi aspetto non tante cose differenti da quelle che hanno già detto, ma un po’ più di chiarezza per persone che purtroppo non vivono la fede o che hanno avuto dei dolori a livello spirituale e umano nel divorzio durante la loro vita e quindi hanno bisogno di sapere che la Chiesa li sostiene, li aiuta; e che sia chiara su quello che debbano fare e su come debbano muoversi.

R. – Sicuramente un richiamo a tutti, per rendere più partecipi anche le persone che a volte non sentono l’esigenza di una domanda. Per noi, quindi, venire qui è proprio questo: cercare nel nostro cuore quello che anche per altri può essere un obiettivo importante. Noi tutti, con le nostre famiglie naturalmente.








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