“Ricordate le vostre promesse matrimoniali ed i vostri figli”: questo il monito lanciato da mons. Ruperto Santos, responsabile della Pastorale dei migranti per la Chiesa cattolica delle Filippine, ai tanti fedeli che lavorano all’estero. “Lavorare in un Paese straniero comporta spesso la solitudine e la fragilità nei confronti delle tentazioni – ha detto il presule – ma è necessario rammentare sempre i voti nuziali stretti con il proprio coniuge”.
La famiglia, porto sicuro che dà sicurezza
“Ricordate sempre le vostre famiglie – ha ribadito
mons. Santos ai lavoratori che hanno partecipato, in questi giorni, alla celebrazione
della 20.ma Giornata nazionale dei marittimi – Ritornate da loro, perché voi avete
una famiglia da cui tornare. Non vi occorre altro”. “Come una nave salpa verso altre
destinazioni, ma poi torna sempre in porto – ha aggiunto il presule – così le vostre
famiglie rappresentano il vostro porto”. Di qui, l’invito a pensare a “la sicurezza
dei propri cari”, ricordandoli sempre e pensando al momento in cui “li rivedrete e
potrete restare con loro”.
Oltre 10 milioni di filippini lavorano all’estero
Attualmente, sono oltre 10 milioni i lavoratori filippini
all’estero, tanto che per l’economia nazionale risulta importantissimo il contributo
delle loro rimesse economiche. Non a caso l’emigrazione è incoraggiata dal governo,
anche se non ufficialmente. D’altro canto, l'estrema povertà, la mancanza di lavoro
e di chiare prospettive per il futuro non sembrano lasciare molte alternative all’emigrazione,
con notevoli ripercussioni sulla vita familiare. Per questo, la Conferenza episcopale
filippina esorta da tempo il governo a impegnarsi per offrire maggiori opportunità
lavorative all’interno del Paese. (I.P.)
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