2015-10-03 17:50:00

Afghanistan, bombe Nato su ospedale Msf. 20 i morti


Strage in Afghanistan ad opera delle forze Nato. Pesanti raid aerei hanno colpito un ospedale dell’organizzazione Medici senza frontiere, a Kunduz. Almeno 20 le persone uccise, decine i feriti e i dispersi. Secondo il governo di Kabul nella struttura si nascondevano terroristi. Il Pentagono promette un’inchiesta scrupolosa sull’accaduto. I particolari da Paola Simonetti:   



L’Onu chiede chiarezza perché potrebbe trattarsi di crimine di guerra, mentre Medici Senza Frontiere esclude che possa esser stato un incidente. Il bombardamento di 30 minuti della Nato sull’ospedale dell’organizzazione umanitaria a Kunduz, in Afghanistan, di cui l’alleanza conosceva la collocazione da mesi, ha lasciato dietro sé un bilancio provvisorio di almeno 20 vittime, tra  operatori e pazienti,  fra cui anche tre bambini, decine di feriti e dispersi, ma anche dolore e indignazione. A giustificare l’accaduto non bastano le spiegazioni del governo di Kabul, secondo il quale nella struttura si nascondevano terroristi; una presenza peraltro sconfessata dagli stessi talebani. Medici Senza Frontiere ribadisce che le forze dell’Alleanza conoscevano bene, perchè avvisati, la posizione della struttura ospedaliera, ma hanno agito ugualmente. Dal canto suo il Pentagono, esprimendo  cordoglio, fa sapere di aver avviato un’inchiesta meticolosa sulla strage, in collaborazione con il governo afghano.

 

Sulla drammatica situazione dei cooperanti di Medici Senza Frontiere, Francesca Di Folco ha sentito Gabriele Eminente, direttore generale dell'organizzazione umanitaria: 

R. – Noi siamo ovviamente sotto shock e stiamo cercando di capire bene che cosa sia successo e di capire l’entità del gravissimo attacco che abbiamo subito. Al momento queste sono le cifre che possiamo confermare: purtroppo tre persone che fanno parte del nostro staff e - sommati a questi - 30 dispersi. Evidentemente è un numero molto alto. Il nostro ospedale di Kunduz, che è un ospedale di chirurgia ortopedica di qualità, era l’unico punto che poteva ancora erogare cure mediche nell’area, perché negli ultimi giorni l’altro ospedale nella città era stato di fatto chiuso. L’ospedale di Kunduz ha subito danni gravissimi e le sale operatorie non sono agibili al momento. Stiamo continuando a curare come possiamo i pazienti che sono rimasti, ma è comunque un fatto di una gravità enorme.

D. – Ci può dire più in dettaglio i danni alla struttura ospedaliera?

R. – Come accennavo prima, le sale operatorie della struttura sono inagibili e l’ospedale è parzialmente distrutto. Ospitava in quel momento un numero di pazienti anche superiore al normale, nel senso che avevamo portato nei giorni scorsi la capacità dei letti da 95 a circa 140, proprio in funzione di quello che stava succedendo nella zona. Purtroppo, in questo momento, non saremo certamente in grado di continuare a curare le persone che avevamo ospitato nell’ultimo periodo e solo, penso, nelle prossime ore saremo in grado di fare una valutazione più precisa. E’ però una struttura dove sicuramente la gran parte delle attrezzature mediche e chirurgiche è stata resa inagibile. Non potremo, quindi, continuare a lavorare almeno nei prossimi giorni, così come abbiamo fatto negli ultimi anni.

D. – L’aviazione statunitense ha diffuso un comunicato in cui ha ammesso di aver compiuto bombardamenti vicino ad un ospedale e di avere provocato danni collaterali…

R. – L’abbiamo letto ed è una cosa che ci lascia sconcertati. E’ anche questo che dovremo cercare di capire nelle prossime ore. Va sempre ricordato che attaccare una struttura sanitaria, un ospedale, è una gravissima violazione del diritto umanitario internazionale. Purtroppo non è una cosa nuova per noi: abbiamo subito attacchi nella Repubblica Centrafricana; ne abbiamo subiti in Ucraina; ne abbiamo subiti in Sud Sudan. Ma l’entità di questo attacco, e la gravità dei danni che ha causato, è veramente scioccante.

D. – I combattimenti sono iniziati da lunedì, quando i talebani hanno conquistato una parte di Kunduz. Giovedì l’esercito afghano ha lanciato una controffensiva con l’appoggio di aerei Usa. Ieri ancora scontri in aeroporto e in diversi quartieri. Una situazione sempre esplosiva…

R. – E’ per questa ragione che abbiamo dovuto portare il numero dei letti del nostro ospedale da 95 a 140 circa, quasi 150. Nei giorni scorsi questo ospedale ha accolto più di 150 persone e tra questi pazienti c’erano circa una cinquantina di bambini. Il numero di coloro che avevano subito ferite, traumi, anche a causa della recrudescenza degli scontri, è cresciuto molto rapidamente. E’ ancora più grave, quindi, che l’unico punto che poteva garantire questo tipo di cure sia stato preso di mira, bombardato e reso praticamente non più operativo.  








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