“È tempo che i bambini del Kenya ritornino a scuola per riprendere normalmente le lezioni”: è quanto scrivono i vescovi del Paese africano in una nota diffusa in questi giorni. I presuli cercano, così, di trovare una soluzione pacifica allo sciopero degli insegnati scolastici che sta paralizzando il Paese da diverso tempo. All’origine della protesta, c’è la questione dell’aumento salariale: se infatti da una parte c’è una recente sentenza della Corte suprema che obbliga il governo ad aumentare lo stipendio dei docenti, dall’altra c’è il rifiuto dell’esecutivo di applicare la normativa, motivato dalla mancanza di fondi.
Le sfide del settore educativo riguardano tutto il Paese
Definendo gli atteggiamenti delle parti in causa “un
cattivo esempio per i bambini”, la Conferenza episcopale del Kenya (Kccb) ribadisce
quindi che “lo sciopero dei docenti deve servire da campanello d’allarme per tutto
il Paese, affinché si rifletta su come affrontare le dispute sindacali prima che finiscano
fuori controllo”. Anche perché, sottolineano i presuli, “è importante comprendere
che le sfide attuali del settore educativo, nel Paese, si riversano su tutti i cittadini”,
non solo sugli studenti.
La tutela dei minori sia la priorità
Di qui, l’invito ai contendenti a “trasformare i problemi
in opportunità da affrontare in un’atmosfera pacifica”, esigendo da parte di tutti
“la tutela dei minori di ogni età”. “Il rispetto per la dignità umana, i diritti universali
dell’uomo, il decoro e la decenza comuni – continua la nota – non lasciano spazio
per le minacce, le intimidazioni o i ricatti. Anzi, come si legge nei Proverbi (15,1):
‘La parola dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l’ira’”.
Sobrietà nelle discussioni, lavorare per il bene comune
La nota episcopale indica quindi quattro raccomandazioni.
A docenti e sindacati, consiglia di accettare “il coinvolgimento di un mediatore indipendente
per facilitare la discussione e trovare una soluzione duratura per lo sciopero”, mentre
a tutte le parti in causa la Kccb chiede di “esercitare la temperanza e la tolleranza,
impegnandosi per il bene dei bambini e del Paese”. “Lanciamo un appello alla sobrietà
nelle discussioni – prosegue la nota – Lavoriamo tutti per il bene comune”.
La Chiesa pronta a mediare, per uscire
dall’impasse
Una terza indicazione sottolinea, poi, che “la Chiesa
è pronta a mediare, in tale processo, per uscire in modo amichevole e definitivo dall’attuale
impasse”, purché “entrambe le parti in causa facciano un passo indietro, per il bene
della nazione e degli studenti”. Infine, la Kccb ringrazia tutti gli scolari “perché
mantengono la calma in questi momenti difficili”, ed esorta i loro genitori ad “essere
pazienti, unendosi nella ricerca di una soluzione”. “Siate sicuri – conclude la nota
– che la Chiesa è in prima linea per cercare di porre fine a questo sciopero”. (I.P.)
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