Quattro cristiani accusati e arrestati per presunta blasfemia rischiano di essere uccisi in un omicidio extragiudiziale. Come riferisce l'agenzia Fides, il Pastore protestante Aftab Gill, Unatan Gill e altri due cristiani, attualmente detenuti nel carcere centrale del Punjab, dovrebbero comparire in tribunale il 16 ottobre, ma la Corte ha rifiutato di fornire loro una scorta. I familiari temono che, nel trasferimento, possano essere uccisi dai radicali.
I cristiani non avevano alcun intento blasfemo
I quattro sono accusati di aver offeso l’islam, pubblicando, in occasione di un funerale,
alcuni manifesti in cui si utilizzava la parola “rasool” (in urdu: apostolo) che è
un attributo del Profeta Maometto. Un mese fa il tribunale ha negato la scarcerazione
ai cristiani, concedendo invece la cauzione al tipografo musulmano che ha stampato
i manifesti. Nell’istanza, afferma l’Ong Claas (Centre for Legal Aid, Assistance and
Settlement), “il giudice è stato prevenuto in quanto il termine ‘rasool’ è presente
nella Bibbia in urdu e i cristiani non avevano alcun intento blasfemo”.
L'avvocato islamico: non posso avallare una simile ingiustizia
Imtiaz Shakir, avvocato musulmano che difende i cristiani in tribunale, commenta
a Fides: “Il processo è pura follia, si sta abusando della parola rasool, che in urdu
significa messaggero. L’accusa è pretestuosa, l’intero sistema è polarizzato, le autorità
locali stanno cercando l'occasione per un altro omicidio extragiudiziale”. “La mia
religione – prosegue Shakir – non mi permette di avallare una simile ingiustizia:
queste persone innocenti stanno soffrendo a causa di un fraintendimento dell’islam.
Questo è un fallimento del sistema giudiziario e un abuso di potere. Non solo i cristiani
ma tutti i cittadini pakistani che credono nello Stato di diritto e nella giustizia
dovrebbero alzare la voce per difendere questi innocenti”. (P.A.)
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