2015-10-01 13:52:00

Il Centrafrica tenta di tornare alla normalità


Dopo tanta violenza sembra riaccendersi la speranza di una tregua a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, dove il Papa sarà nel prossimo mese di novembre. La notte appena trascorsa è stata più tranquilla, forse anche grazie all’appello lanciato in tarda serata di ieri, dalla Presidente di transizione Samba Panza rientrata nel Paese d’urgenza dalla sede Onu a New York. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Un appello alla calma, alla ripresa del lavoro e l’assicurazione che tutte le parti saranno convocate per cercare un consenso nazionale all’uscita dalla crisi. E’ questo che, nel discorso trasmesso ieri alla radio da parte della Presidente Catherine Samba Panza, può aver placato gli animi e sedato gli scontri a Banguì, teatro da sabato di violenze inaudite. Secondo fonti locali entro il fine settimana si potrebbe tornare alla normalità: stamane qualcuno ha provato  ad uscire, qualche attività a riprendere. Ma la paura e le difficoltà restano tra la gente e il personale internazionale delle Ong, come spiega Loris de Filippi responsabile progetti di Msf:

“Dalla fine del 2013 siamo presenti a Bangui e, in particolare, in questo momento, in tre centri molto precisi della città: uno è il campo di M’Poko, il campo profughi più grande di Bangui, dopo la fuga del dicembre 2013; poi c’è una grossa attività al Bangui General Hospital, dove stiamo lavorando, e nella maternità di Castor, che è un ospedale proprio nel centro della città. In questo momento, ovviamente, abbiamo dei grossissimi problemi. Mentre il 26 e il 28 settembre siamo riusciti a trattare moltissimi pazienti, feriti soprattutto, e comunque gravi, in questi giorni le persone non arrivano agli ospedali. Questo vuol dire che la città è veramente paralizzata. L’altro grosso problema è il fatto che l’aeroporto della capitale sia chiuso, e ciò rende tutto più difficile. Credo che ci si stia dando molto da fare per avere alcuni corridoi dove poter lavorare”. 

La Presidente dal canto suo ha denunciato la “natura politica” dei disordini, un “tentativo orchestrato ad arte “ ha detto “da una parte della popolazione per prendere il potere con la forza”. Secondo Samba-Panza, l’obiettivo degli istigatori sarebbe contrastare il disarmo delle milizie irregolari, cacciare Caschi blu e forze francesi, bloccare il processo elettorale e mettere in crisi il dialogo tra politica e società civile. Secondo fonti locali “risulta evidente che la popolazione non è interessata a destabilizzare le istituzioni ”visto anche il fallimento della manifestazione di protesta in programma ieri. Resta da riannodare il dialogo politico, in vista del voto a ottobre a cui la presidente chiama tutti a collaborare. Di certo per ora c’è solo la proclamazione del lutto nazionale per le oltre 30 vittime dei giorni scorsi.








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