2015-09-30 14:56:00

Mons. Gallagher: "etica globale" contro minaccia nucleare


Settant’anni fa, quando la morte arrivò dal cielo e due città giapponesi vennero vaporizzate, l’umanità toccò con mano e con orrore quale potenza distruttiva poteva essere concentrata in un atomo. Settant’anni dopo, con il realismo che un immutato scenario costringe ad avere, Francesco ha scritto nella “Laudato si’”: “Mai l’umanità ha avuto tanto potere su sé stessa e niente garantisce lo utilizzerà bene, soprattutto considerando il modo in cui se ne sta servendo”.

La citazione dell’ultima Enciclica del Papa è il perno attorno al quale mons. Richard Gallagher fa ruotare il suo intervento sugli armamenti nucleari ai lavori della nona Conferenza sulla Facilitazione dell’entrata in vigore del Trattato che li mette al bando. Ciò che serve nel mondo globalizzato “per ridurre la minaccia nucleare” è, afferma, “un’etica globale” che dia coraggio ai popoli a “operare insieme per un mondo più sicuro”. Ma il basamento, per così dire, di questa etica deve essere costituito da una “consapevolezza” e una “determinazione” in grado di “sostituire alla logica della paura e della sfiducia, l’etica della responsabilità, e in tal modo favorire un clima di fiducia che valorizzi il dialogo multilaterale mediante una consistente e responsabile cooperazione tra tutti i membri della comunità internazionale”.

In sostanza, per permettere di entrare in vigore a un Trattato così importante, i Paesi che ancora non lo hanno ratificato – osserva mons. Ghallagher – dimostrerebbero “una leadership coraggiosa e un alto senso della responsabilità politica al servizio, una volta di più, del bene comune e della promozione di una genuina cultura di pace”.

“È nostro dovere verso l’umanità nel suo insieme, e specialmente verso i poveri e le future generazioni – conclude il segretario per i Rapporti con gli Stati – usare del potere senza precedenti di cui la scienza e la tecnologia dispone al servizio del bene comune e per promuovere una genuina cultura della pace”. (A cura di Alessandro De Carolis)








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