2015-09-29 13:55:00

Card. Menichelli: "divorzio cattolico"? Una cosa senza senso


Dall’abbraccio con i partecipanti all’Incontro mondiale di Filadelfia all’assise sinodale che inizierà domenica prossima, il tema della famiglia resta in primo piano nell’agenda di Papa Francesco. E lo resta anche nell’attenzione dei media, riflesso di un interesse che travalica i confini unicamente ecclesiali, specialmente per gli argomenti più delicati. Prova ne è, ad esempio, la domanda rivolta al Papa durante la conferenza stampa di due giorni fa sul volo di rientro a Roma, riguardante la riforma dei processi per nullità matrimoniale, voluta da Francesco e bollata da taluni come “divorzio cattolico”. Il Pontefice ha detto che quelli che pensano al ‘divorzio cattolico’ sbagliano, perché la riforma favorisce solo lo snellimento dei processi, mentre il matrimonio è un sacramento indissolubile. In questo orizzonte, si inserisce la riflessione di uno dei padri sinodali, il cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, al microfono di Fabio Colagrande:

R. – A me pare che le scelte di Papa Francesco abbiano tutte una connotazione particolare, che possiamo riassumere con l’aggettivo “scelte pastorali”: la Chiesa, nel contesto così complesso che viviamo rispetto alle problematiche della vita familiare e prima ancora le problematiche della vita sponsale, fa un passo pastorale, di maternità: vuole offrire alle persone che ne hanno bisogno, che ne hanno desiderio, una modalità di approccio – diciamo tra virgolette – più semplice, più materna, senza fare cammini complessi che spesso, qualche volta, durano anche anni. Papa Francesco ha fatto questo e fa questo aiutato e consolato dall’orientamento che nel Sinodo straordinario per la famiglia i padri sinodali presero e approvarono. E’ un modo del Papa di rendere operativo ciò che lì già fu detto. Mi auguro che questo venga compreso come un gesto che aiuta - non che sovverte, ma che aiuta – in questo contesto così complesso, in cui spesso le persone fanno delle scelte non sempre così consapevoli sia sul versante umano e psicologico, sia sul versante della fede. Credo, però, ci sia da fare una cosa: liberare, per quello che è possibile, queste sofferenze – uso una espressione un po’ così – da questa ingordigia comunicativa. Oggi, spesso, la comunicazione moltiplica, ingigantisce le sofferenze. Allora, qualche volta, c’è un’ansia… Bisogna recuperare tutti un grande rispetto delle sofferenze, un grande silenzio, una grande fede e una grande maternità.

D. – Secondo lei, questa riforma del Papa che effetto potrà avere sulla discussione del prossimo Sinodo ordinario?

R. – Io credo che avrà un effetto buono, se noi le cose le leggiamo sul versante del Vangelo e della fede.

D. – Qualche osservatore esterno, che magari conosce poco il Diritto Canonico, parla addirittura di un “divorzio cattolico”…

R. – Io credo che queste espressioni non abbiano assolutamente senso. La Chiesa crede nel matrimonio e si impegna affinché chi si sposa lo faccia sapientemente e saggiamente. La Chiesa si impegna affinché queste persone facciano una scelta sul versante anche spirituale e di fede. Poi teniamo presente che il Papa non fa una cosa per l’Italia: è un atto pastorale per il mondo.








All the contents on this site are copyrighted ©.