2015-09-24 14:10:00

Pace in Colombia: accordo entro 6 mesi. A Cuba l'appello del Papa


“Che il sangue versato da migliaia di innocenti durante tanti decenni di conflitto armato” in Colombia, unito a quello di Cristo, sostenga tutti gli sforzi in corso “per una definitiva riconciliazione” del Paese. Soltanto domenica scorsa, all’Angelus a L’Avana, Papa Francesco aveva rivolto il pensiero alla Colombia e proprio a Cuba è stato raggiunto un accordo fra il governo di Bogotà e le Forze armate rivoluzionarie, le Farc, per arrivare ad un’intesa finale entro il 23 marzo del 2016. La decisione è stata presa durante le trattative da tempo in corso sull’isola caraibica, con la mediazione locale e norvegese: ad annunciarla il Presidente colombiano Juan Manuel Santos e il comandante dei guerriglieri, Rodrigo Londoño Echeverri, detto ‘Timoshenko’, alla presenza del capo di Stato cubano Raul Castro. Soddisfazione è stata espressa dalla Conferenza episcopale colombiana. L'accordo siglato prevede un’ampia amnistia per i delitti politici e la creazione di una “giurisdizione speciale per la pace” - con la consulenza di giuristi stranieri - che dovrà processare gli imputati per gli altri crimini, compresi quelli di lesa umanità, compiuti durante il lungo conflitto che si protrae dal 1964. Al microfono di Giada Aquilino, il commento di Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, realtà da sempre impegnata in Colombia:

R. – Ha un significato molto importante per un grande Paese cristiano e cattolico qual è la Colombia, ma anche al di là dei suoi confini, per tutta l’America Latina. Perché questo conflitto sta durando da 51 anni, ha prodotto più di 200 mila morti, ha travolto la Colombia e ha coinvolto anche altri Paesi dell’area. E’ un segno di grande speranza. Noi veniamo dall’incontro interreligioso di Tirana, in cui abbiamo detto che ‘la pace è sempre possibile’, e questo accordo dimostra che con un lungo lavoro e con tanta pazienza gli accordi si raggiungeranno.

D. – Domenica scorsa, all’Avana, Papa Francesco ha rivolto il suo pensiero proprio alla Colombia. Come sono state accolte le parole del Pontefice?

R. – Erano parole desiderate e auspicate. Le Farc, nel mese di giugno e nel mese di luglio, tramite la nostra Comunità di Sant’Egidio, hanno fatto arrivare dei messaggi al Santo Padre in questo senso e il Presidente Santos è stato ricevuto recentemente in Vaticano. Mi sono apparse particolarmente significative le parole del Papa con cui all’Angelus ha sottolineato che “non possiamo permetterci un altro fallimento in questo cammino di pace e di riconciliazione”. E credo che i due contendenti non aspettassero altro che un’esortazione del Papa ad andare avanti verso un cammino di pace stabile e duraturo.

D. – In un luogo poi particolarmente significativo, Cuba, a poche settimane dal riavvicinamento con gli Stati Uniti…

R. – Dobbiamo guardare con grande attenzione a ciò che è accaduto a Cuba e al ruolo che il governo cubano e il suo Presidente, Raul Castro, hanno avuto in questa mediazione, in questo evento.

D. - La Comunità di Sant’Egidio è presente da sempre in Colombia. Secondo voi, questo accordo - che prevede l’amnistia per delitti politici e un tribunale “speciale” per la pace – che tipo di intesa è? Cioè: che punti sono e quanto sono importanti?

R. – E’ un accordo fondamentale – secondo noi – per arrivare nei prossimi sei mesi a siglare l’accordo generale di pace, anche sulle questioni giurisdizionali. I combattenti sul campo sono 15 mila solo per le Farc e ce ne sono 8 mila dell’altra guerriglia, l’Eln: dove finiranno tutte queste persone? Come saranno puniti i reati che eventualmente hanno commesso? Mi sembra che per questo accordo si siano valutate delle vie molto positive e quindi ha tutte le possibilità poi di essere la porta per l’intesa generale.

D. – Proprio in forza dell’esperienza che Sant’Egidio ha avuto e ha in tanti colloqui di pace – ricordiamo la crisi in Burundi, la riconciliazione in Mozambico - qual è l’auspicio della Comunità?

R. – Che gli estremisti che ci sono da una parte e dall’altra in Colombia non prevalgano sulle ‘colombe’, perché il lavoro di facilitazione che Sant’Egidio ha fatto in questo periodo non è stato soltanto sui due contendenti, ma anche attorno a loro: perché ci sono persone che non amano in Colombia questa riconciliazione, da una parte e dall’altra.








All the contents on this site are copyrighted ©.