2015-09-24 10:00:00

Lombardi: Papa amato da americani per stile semplice e concreto


Libertà religiosa, cambiamenti climatici, relazioni tra Usa e Cuba. Sono stati questi alcuni dei temi al centro del discorso di Papa Francesco durante la visita alla Casa Bianca. Sull’incontro tra il Papa e il presidente statunitense Barack Obama, Paolo Ondarza ha intervistato il direttore della Sala Stampa Vaticana padre Federico Lombardi:

R. – Questa cerimonia di accoglienza alla Casa Bianca è stata estremamente solenne ed anche estremamente festosa. Il tono è di grande cordialità. C’è stato un bel discorso del presidente Obama che apprezza anche, in particolare, la personalità di Papa Francesco. Ed è gradito, proprio per i tratti della sua personalità, anche al popolo americano, al di là dei fedeli cattolici che evidentemente vedono in lui la guida della loro comunità religiosa.

D. – L’ambiente, il creato, la tutela della casa comune, così come la libertà religiosa, alcuni dei temi al centro del discorso del Papa…

R. – Il Papa ha fatto anche un discorso molto bello, in un inglese perfetto. Ha manifestato la sua cordialità, l’atteggiamento di dialogo, di fraternità, con cui lui, figlio di immigrati, viene a conoscere questa nazione nata dalle migrazioni. Il Papa ha toccato vari punti, anche quello dell’ambiente, manifestando apprezzamento per le iniziative di Obama in questo campo. Ma non ha nascosto anche la sua solidarietà con i vescovi americani per le questioni che riguardano la discussione su alcune misure dell’amministrazione, che sembrano limitare la libertà religiosa - nel senso della piena libertà delle istituzioni cattoliche - di seguire i loro principi. Quindi un discorso molto cordiale, molto aperto e positivo, libero però anche nel fare presenti delle osservazioni su dei punti che sono dibattuti. Certamente la prospettiva con cui il Papa viene è di grande amicizia, di dialogo e anche di volontà di imparare le grandi virtù della storia del popolo americano, maestro di democrazia e di difesa delle libertà.

D. – Dopo i discorsi ufficiali c’è stato il colloquio privato alla Casa Bianca tra il Papa e il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama…

R. – E’ durato oltre 40 minuti. Nel colloquio invece delle delegazioni, quello in cui era presente il segretario di Stato, sono stati toccati alcuni problemi, tra cui principalmente quello di Cuba e dell’embargo, la questione dei rifugiati e la questione del Medio Oriente. Il Papa poi, dopo il colloquio, ha preso la papamobile per un giro in mezzo alla gente, raccolta nell’ellisse. Quindi un altro momento di festa e di incontro con il popolo.

D. – La festa si è vista anche nel trasferimento alla cattedrale di San Matteo…

R. – Il Papa è desiderato. Sappiamo che le premesse di questa visita sono molto positive, nel sentire non solo della comunità cattolica, ma del popolo americano, che è estremamente interessato a questo grande leader morale, che si manifesta capace di rispondere, o perlomeno di interloquire, su domande profonde dell’umanità, anche a livello globale. Quindi è un leader rispettato, atteso e anche amato, per il modo concreto, semplice, vicino con cui sa trattare con la gente comune.








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