2015-09-23 08:09:00

Il Papa in aereo: sull'embargo spero in un accordo


Durante il volo di trasferimento da Cuba negli Stati Uniti, Papa Francesco ha incontrato i giornalisti al seguito. I tre giorni nell’isola caraibica con i risvolti sociali, politici e religiosi al centro delle domande a cui ha risposto il Pontefice, alla luce del disgelo con Washington. Ce ne parla Giancarlo La Vella:

“Sono contento di aver visitato Cuba”.

Papa Francesco ha spiegato i motivi che lo hanno portato nell’isola caraibica. L’annuncio del disgelo tra L’Avana e Washington, il 17 dicembre scorso, – ha detto il Santo Padre – ha fatto propendere per la decisione di arrivare negli Stati Uniti proprio da Cuba. Una sorta di sugello, dunque, questo viaggio all’avvio di relazioni nuove tra i due Paesi, dopo oltre 50 anni di tensioni e sanzioni. E, a proposito della fine totale dell’embargo statunitense a Cuba, Francesco ha espresso precisi auspici:

“Spero che si arrivi a un accordo che soddisfi le parti. Rispetto alla posizione della Santa Sede sugli embarghi, i Papi precedenti ne hanno parlato, non solo di questo caso. Ne parla la dottrina sociale della Chiesa. Al Congresso non parlerò in modo specifico di questo tema, ma accennerò in generale agli accordi come segno del progresso nella convivenza”.

Poi il problema della dissidenza cubana, in esilio e in carcere, un tema al quale Francesco aveva accennato nelle sue omelie, auspicando la convivenza pacifica di tutti i cubani nella loro patria. La Chiesa di Cuba ha lavorato a una lista di prigionieri cui concedere l’indulto – ha detto Papa Francesco – e questo provvedimento di clemenza è stato concesso a più di tremila persone e ci sono altri casi allo studio. Segno evidente, questo, del grande impegno della Chiesa locale per la pace sociale:

“E la Chiesa qui a Cuba sta lavorando per fare indulti. Per esempio, qualcuno mi ha detto: “Sarebbe bello finirla con l’ergastolo. Parlando chiaramente: l’ergastolo è quasi una pena di morte nascosta. Tu stai lì, morendo tutti i giorni senza la speranza della liberazione”.

Altro tema al centro del dialogo con i giornalisti, l’incontro con Fidel Castro e le sofferenze della Chiesa cubana durante il regime castrista. Il Papa ha detto che il pentimento è una cosa molto intima, una cosa di coscienza. Al centro del colloquio soprattutto l'enciclica, “Laudato Sì”. Lui è molto preoccupato - ha detto Francesco - per l'ambiente. Per quanto riguarda il passato invece l’incontro col lider maximo ha riguardato il collegio dei gesuiti, dove Castro ha studiato, e di come lo facevano lavorare.

Infine sulla posizione del Papa e della Chiesa sulla questione sociale, sul capitalismo e sul comunismo, Francesco ha evidenziato una domanda che gli era stata fatta in passato: “La Chiesa la seguirà?”. “Sono io a seguire la Chiesa!"- ha risposto il Santo Padre”.

“La mia dottrina su tutto questo, la Laudato si' e sull'imperialismo economico, è nell'insegnamento sociale della Chiesa. E se è necessario che io reciti il Credo, sono disposto a farlo...”.

TESTO INTEGRALE DELL'INCONTRO CON I GIORNALISTI

(Padre Lombardi)

Santo Padre, grazie per essere qui con noi in questo volo intermedio: così abbiamo una conversazione con Lei per riflettere un poco su questa prima tappa del viaggio a Cuba, che è stata molto bella e impegnativa.

Abbiamo una lista di alcuni colleghi che si sono preparati alcune domande. Le domande verranno fatte in spagnolo o in italiano, e Le chiedono di rispondere in spagnolo alla nostra amica cubana, che sarà la prima che interviene; e poi altri chiedevano se era possibile usare anche l’italiano, perché in generale lo capiscono meglio. […] Il guaraní questa volta lo lasciamo cadere …

La prima domanda la fa la nostra amica Rosa Miriam Elizalde, che è di “Cubadebate”:

(Rosa Miriam Elizalde)

Grazie. Sua Santità è stato veramente un onore e un piacere accompagnarla in questo viaggio ed anche una grande gioia. Io credo che la mia domanda sia un po’ prevedibile: mi piacerebbe sapere i suoi criteri dell’embargo (del blocco) degli Stati Uniti a Cuba e se parlerà di questo davanti al Congresso degli Stati Uniti?

(Papa Francesco)

La questione del “bloqueo” (dell’embargo) è parte del negoziato. Questo è pubblico: entrambi i presidenti si sono riferiti a questo. Quindi è una cosa pubblica, che va nella direzione delle buone relazioni che si stanno cercando. Il mio desiderio è che si arrivi ad un buono risultato in questo, si arrivi ad un accordo che soddisfi le parti. Un accordo, certo! Rispetto alla posizione della Santa Sede riguardo a “los bloqueos” (agli  embarghi), i Papi precedenti ne hanno parlato, non solo di questo caso, ma anche di altri casi di “bloqueo” (embargo). C’è una dottrina sociale della Chiesa al riguardo e io mi riferisco a questa, che è precisa e giusta. Riguardo al Congresso degli Stati Uniti – il discorso ce lo ho fatto, ma non posso dirlo…(ride) - sto pensando pendo a quello che vorrò dire al riguardo: ma non in modo specifico di questo tema, in generale il tema degli accordi bilaterali e multilaterali, come segno del progresso nella convivenza. Però il tema in concreto – sto andando a memoria, non vorrei dire “stupidaggini” – non è menzionato… Quasi sicuramente no. 

(Padre Lombardi)

Adesso diamo la parola a un’altra Rosa: abbiamo incominciato con due signore che si chiamano “Rosa”: è di buon auspicio. Rosa Flores della Cnn: a lei la parola. Puoi fare in italiano, possibilmente? O in spagnolo … il Papa ci risponde in italiano:

(Rosa Flores)

Santo Padre, buona sera. Sono Rosa Flores della Cnn. Abbiamo sentito che oltre 50 dissidenti sono stati arrestati fuori dalla nunziatura perché cercavano di avere un incontro con Lei. La prima domanda è: le piacerebbe incontrare i dissidenti? E se dovesse avvenire un tale incontro, cosa direbbe loro?

(Papa Francesco)

Anzitutto non ho notizie che sia successo questo: non ne ho alcuna notizia! Qualcuno potrebbe dire: “sì”,”no”,”non so”: Direttamente non so! Le sue due domande sono futuribili… Mi piacerebbe che successe. A me piace incontrare tutta la gente. Prima di tutto perché ritengo che tutte le persone siano figlie di Dio, per diritto. In secondo luogo, sempre un incontro con ciascuna persona arricchisce. Sì, mi piacerebbe incontrare con loro. Se lei desidera che le parli ancora dei dissidenti, le posso dirle qualcosa di molto concreto. Prima di tutto era ben chiaro che io non avrei dato alcuna udienza, perché hanno chiesto udienza non soltanto i dissidenti, ma anche udienze a persone di altri settori, compresi differenti capi di Stato. No, io sono in visita in Paese e solamente  questo. Non era prevista alcuna udienza: né con i dissidenti, né con altri. Secondo: dalla Nunziatura ci sono state chiamate telefoniche ad alcune persone, che fanno parte di questo gruppo di dissidenti… Il compito del nunzio era quello di comunicare loro che con piacere, al mio arrivo alla cattedrale, per l’incontro con i consacrati, avrei saluto quelli che erano lì. Un saluto. Questo sì, è vero… Ma visto nessuno si è identificato nel saluto, non so se c’erano o non c’erano. Io ho saluto tutti quello che erano lì. Soprattutto ho salutato i malati, coloro che erano in sedia a rotelle… Sto parlando spagnolo….(prosegue in italiano) Ho salutato quelli che erano in sedia a rotelle… Ma nessuno si è identificato come dissidente. Dalla Nunziature sono state fatte alcune chiamate per invitarli per un saluto di passaggio…

(Rosa Flores)

Però cosa direbbe loro…

(Papa Francesco)

Non so cosa direi loro… Direi cose belle a tutto il mondo. Però quello che uno dice, viene al momento. Y prenderebbe il Premio Nobel per il futuribile…

(Padre Lombardi)

Adesso abbiamo Silvia Poggioli, della National Public Radio degli Stati Uniti, che è una grande radio degli Stati Uniti:

(Silvia Poggioli)

Scusi, vorrei chiederLe: nei decenni in cui è stato al potere Fidel Castro, la Chiesa cattolica cubana ha sofferto molto. Lei, nel Suo incontro con Fidel, ha avuto la percezione che lui fosse forse un po’ pentito?

(Papa Francesco)

Ma … il pentimento è una cosa molto intima, una cosa di coscienza. Nell'incontro con Fidel ho parlato di storie di gesuiti conosciuti, perché gli ho portato in regalo anche un libro del padre Llorente, molto amico di lui, un gesuita, e anche un cd con le conferenze del padre Llorente; e anche gli ho regalato due libri di padre Pronzato che sicuramente lui apprezzerà. Abbiamo parlato di queste cose. Molto abbiamo dell'enciclica “Laudato si'”, perché lui è molto interessato a questo tema dell'ecologia. È stato un incontro non tanto formale, ma spontaneo; anche, c'era la famiglia presente, anche i miei accompagnatori, il mio autista; ma noi eravamo un po' separati, con la moglie e lui, e loro non potevano sentire. Ma erano nello stesso ambiente. Ma abbiamo parlato di queste cose. Ma sull’enciclica, tanto, perché lui è molto preoccupato di questo. Del passato non abbiamo parlato. Sì, del passato: del collegio dei gesuiti, di come erano i gesuiti, di come lo facevano lavorare … di tutto quello, sì!

(Padre Lombardi)

Adesso diamo la parola a Gian Guido Vecchi, che credo che Lei conosca, del “Corriere della Sera” italiano:

(Gian Guido Vecchi)

Santità, le Sue riflessioni, anche le Sue denunce, sull’iniquità del sistema economico mondiale, il rischio di autodistruzione del pianeta, il traffico di armi … sono anche denunce scomode, nel senso che toccano interessi molto forti. Alla vigilia di questo viaggio, sono emerse delle considerazioni abbastanza bizzarre – anche media molto importanti nel mondo le hanno riprese – di settori della società americana, anche, che arrivavano a chiedere se il Papa fosse cattolico … Già c’erano state discussioni di quelli che parlavano del “Papa comunista”; adesso addirittura: “Il Papa è cattolico?”. Di fronte a queste considerazioni, Lei che cosa pensa?

(Papa Francesco)

Un cardinale amico mi ha raccontato che è andata da lui una signora, molto preoccupata: molto cattolica, un po’ rigida, la signora, ma buona, buona: cattolica … E gli ha chiesto se era vero che nella Bibbia si parlava di un anticristo. E lui le ha spiegato. E’ anche nell’Apocalisse, no? E poi, se era vero che si parlava di un antipapa, perché l’anticristo, l’antipapa … “Ma perché mi fa questa domanda?”, ha chiesto il cardinale. “Ma perché io sono sicura che Papa Francesco è l’antipapa”. “E perché?”, chiede questo: “Perché ha questa idea?”. “Eh, perché non usa le scarpe rosse!”. Così, storico … I motivi di pensare se uno è comunista, non è comunista … Io sono certo che non ho detto una cosa in più che non sia nella Dottrina sociale della Chiesa. Nell’altro volo, una Sua collega – non so se è qui, mi corregga – m’ha detto, quando sono andato a parlare ai Movimenti popolari, ha detto: “Lei ha teso la mano a questo Movimento popolare”: più o meno era così la cosa. “Ma la Chiesa, La seguirà, a Lei?”. E io ho detto: “Sono io a seguire la Chiesa”, e di questo credo di non sbagliare, credo di non avere detto una cosa che non sia nella Dottrina sociale della Chiesa. Le cose si possono spiegare. Forse una spiegazione ha dato un’impressione di essere un pochettino più “sinistrina”, ma sarebbe un errore di spiegazione. No. La mia dottrina, su tutto questo, sulla “Laudato si’”, sull’imperialismo economico e tutto questo, è quella della Dottrina sociale della Chiesa. E se è necessario che io reciti il “Credo”, sono disposto a farlo, eh?

(Padre Lombardi)

Diamo la parola a Jean-Louis de la Vaissiere, che è dell’agenzia “France Presse”:

(Jean-Louis de la Vaissiere)

Buona sera, Santo Padre. Grazie per questo viaggio: sempre interessante. Nell’ultimo viaggio in America Latina ha criticato duramente il sistema capitalista liberale. A Cuba sembra che le sue critiche del sistema comunista non siano state tanto severe: erano molto più “soft”. Perché queste differenze?

(Papa Francesco)

Nei discorsi che ho fatto a Cuba, sempre ho fatto accenno alla Dottrina sociale della Chiesa. Le cose che si devono correggere le ho detto chiaramente, non “profumatamente”, “soft” … Ma anche la prima parte della sua domanda: più che quello che io ho scritto più duramente, che io ho scritto nell’Enciclica – anche nella “Evangelii Gaudium” – sul capitalismo selvaggio o liberale: io non ho detto – tutto sta scritto lì – io non ricordo di aver detto qualcosa di più di quello. Non so, se lei ricorda, me lo faccia ricordare … Ho detto quello che ho scritto, e che è abbastanza, eh? E’ abbastanza, è abbastanza. E poi, si è quasi lo stesso che lo detto alla sua collega: tutto questo è nella Dottrina. Ma qui a Cuba – questo forse chiarirà un po’ la sua domanda – il viaggio è stato un viaggio molto pastorale con la comunità cattolica, con i cristiani, anche con quelle persone di buona volontà e per questo i miei interventi sono stati omelie … Anche con i giovani – che erano giovani credenti e non credenti, e fra i credenti, di diverse religioni – è stato un discorso di speranza, anche di incoraggiamento al dialogo tra loro, di andare insieme, cercare quelle cose che ci accomunano e non quelle che ci dividono, fare ponti e non … Ma, è stato un linguaggio più pastorale. Invece, nell’Enciclica si dovevano trattare cose più tecniche e anche queste che lei ha menzionato. Ma se lei si ricorda qualcosa che avevo detto nell’altro viaggio, forte, me la dica, perché davvero, non ricordo!

(Padre Lombardi)

Adesso diamo la parola a una nostra vecchia conoscenza, che è Nelson Castro, della “Radio Continental”, che viene dall’Argentina …

(Papa Francesco)

… che è un bravo medico …

(Nelson Castro)

Buona sera, Santo Padre. La domanda ritorna sul tema della dissidenza, in due aspetti: perché è stato deciso di non ricevere i dissidenti e, secondo, c’è istato un detenuto (?) si è avvicinato a  lei e che è stato allontanato ed arrestato… La domanda è: ci sarà un ruolo della Chiesa cattolica nella ricerca di un’apertura alle libertà politiche, visto il ruolo che ha svolto anche nel ristabilimento delle relazioni tra Cuba e Stati Uniti: questo tema delle libertà, che è un problema per coloro che pensano diversamente in Cuba. Sarà un ruolo che la Santa Sede pensa per la Chiesa cattolica nel futuro di Cuba?

(Papa Francesco)

Anzitutto: “loro”; “non ricevere loro”… Non ho ricevuto nessuno in udienza privata. E questo per tutti. E ce ne era anche un capo di Stato che la chiedeva… Vi dico: no, non ho avuto nulla che vedere con i dissidenti. Il comportamento con i dissidenti è stato quello che vi ho già spiegato… La Chiesa di qui, la Chiesa di Cuba ha lavorato ad una lista di prigionieri cui concedere l’indulto … L’indulto è stato concesso a 2.200 circa… La cifra me la ha detta il presidente della Conferenza Episcopale: sì, più di tremila. E ancora ci sono casi allo studio. E la Chiesa qui a Cuba sta lavorando per fare indulti. Per esempio, qualcuno mi ha detto: “Sarebbe bello finirla con l’ergastolo, no?, ossia la prigione perpetua, no?”. Ma, parlando chiaramente: l’ergastolo è quasi una pena di morte nascosta, eh? Questo l’ho detto pubblicamente in un discorso ai giuristi europei. E come …tu stai lì, morendo tutti i giorni senza la speranza della liberazione. Ma, è un’ipotesi. Un’altra ipotesi è che si facciano indulti generali ogni uno o due anni … Ma la Chiesa sta lavorando, ha lavorato … Non dico che questi oltre tremila sono stati liberati dalle liste della Chiesa: no. La Chiesa ha fatto una lista – non so di quante persone – ha chiesto ufficialmente indulti e continuerà a farlo.

(Padre Lombardi)

L’ultimo della nostra lista per questa conferenza è Rogelio Mora, di “Telemundo”:

(Rogelio Mora) 

Santo Padre,  un medico visita un malato, non un sano: in meno di 20 anni, tre Papi hanno visitato Cuba. Cuba ha un male?

(Papa Francesco)

Non capisco la domanda.

(Rogelio Mora)

Se la visita di tre Papi in meno di 20 anni all’Isola di Cuba si possa interpretare come se ci fosse una malattia nell’Isola, che l’Isola soffre per qualcosa…

(Papa Francesco)

Ora ti ho capito… No. no. Il primo è stato Giovanni Paolo II: la prima storica visita. Ma era normale: ha visitato tanti Paesi, compresi quei Paesi aggressivi contro la Chiesa. Il secondo è stato Papa Benedetto: bene, faceva parte della normalità… E la mia è stata un po' casuale, perché io pensavo di entrare negli Stati Uniti passando per il Messico: inizialmente, la prima idea era la Ciudad Juarez, la frontiera del Messico… Ma andare in Messico, senza andare alla “Guadalupana”  (la Madonna di Guadalupe) sarebbe stata uno schiaffo (bofetada)... Ma è stata una cosa che è passata … Dopo, dando l’annuncio che si è dato il 17 dicembre scorso, quando è stato annunciato quello che era più o meno ancora riservato, un processo di quasi un anno... E quindi ho detto: voglio andare negli Stati Uniti passando per Cuba. E la scelsi per questo motivo. Però non perché abbia una male speciale che non hanno altri Paesi. Io non interpreterei così le tre visite. Ci sono diversi Paesi che i due Papi precedenti hanno visitato, anche io ne ho visitati alcuni: per esempio il Brasile e  Giovani Paolo II  l'ha visitato tre o quattro volte e non aveva un male speciale. Sono contento di aver incontrato il popolo cubano, la comunità cristiana cubana. Oggi l’incontro con le famiglie è stato molto bello. E’ stato molto bello”

Scusatemi … che mi è venuto lo spagnolo … le domande erano in spagnolo … ma spero che abbiate capito, se no voi … Vi ringrazio tanto!

(domanda)

Può provare un po’in inglese?

(Papa Francesco)

Eh … mi è difficile! Non è il mio forte, l’inglese, eh?

Adesso, vi ringrazio per il lavoro che vi aspetta, che sarà impegnativo, perché tre città … Erano 24 discorsi, e a Cuba ne ho fatti otto … Grazie tante per il vostro lavoro. E pregate per me!

(Padre Lombardi)

Grazie mille, Santità, veramente. E auguri: perché se noi abbiamo da lavorare, Lei ne ha anche più di noi. Quindi le facciamo veramente i nostri auguri e continueremo a collaborare come comunicatori perché quello che Lei dice possa servire veramente per tutta l’umanità e per la pace, come Lei ci diceva all’inizio. Grazie.

 

 

 








All the contents on this site are copyrighted ©.