Alle 15.51 ora locale, il Papa è atterrato all'aeroporto dell'Avana a Cuba. Francesco è partito questa mattina, alle 10.32, dall'aeroporto di Fiumicino per il suo decimo viaggio internazionale, il più lungo del suo Pontificato: dieci giorni in tutto, tra Cuba e Stati Uniti. Prima tappa è L’Avana, dove la gente lo ha subito accolto in modo caloroso. Ad accoglierlo il presidente Raul Castro e il cardinale Ortega. E subito uno scambio di battute con alcuni bambini ai piedi dell'aereo. Ieri sera, il Santo Padre si era recato in visita in forma privata, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, per un momento di preghiera. Il servizio del nostro inviato a Cuba Sergio Centofanti:
Cubani grati a Papa Francesco
Ci sono grandi speranze per questa visita di Papa
Francesco a Cuba: c’è nella gente il senso di una svolta, di qualcosa che può davvero
cambiare. I cubani desiderano esprimere la loro gratitudine al Papa argentino che
ha avuto un ruolo determinante nel riavvicinamento agli Stati Uniti. Obama e Raul
Castro lo hanno già ringraziato. Cuba si sta aprendo al mondo e il mondo si sta aprendo
a Cuba, proprio come aveva auspicato Giovanni Paolo II nel 1998. E’ un cammino graduale:
e se ne vedono i segni.
Chiesa più libera
La Chiesa sta acquisendo spazi di libertà in una società
che fino agli anni ’90 era ufficialmente atea. Ora sono tollerate, anche se non sono
legali, alcune testate giornalistiche cattoliche, così come alcuni centri di formazione
ecclesiale. Un tempo non era così. Anni di informazione e di educazione gestite in
esclusiva dallo Stato comunista ha avuto i suoi effetti. Tra i cattolici, i praticanti
sono appena il 2%, mentre i battezzati sono oltre il 60%. La religiosità popolare
è rimasta forte nonostante tutto. Certo, c’è il sincretismo religioso, come il fenomeno
della “santeria”, una mescolanza di credenze cristiane e riti ancestrali africani.
Ma la Chiesa cubana, poco più di 300 sacerdoti per 11 milioni di abitanti, si fa vicina
a questa sete di Dio. E si fa vicina ai poveri, che crescono, perché dopo il crollo
dell’Unione Sovietica nel 1991 è venuto a mancare il sostegno economico.
Crisi economica
Ora Cuba dipende dal petrolio del Venezuela, però
la crisi di questo Paese non fa ben sperare. Sanità e istruzione sono ancora totalmente
gratuite, ma di occupazione vera ce n’è sempre meno, mentre c’è tanto lavoro sommerso
e l’ammirevole e creativa arte dell’arrangiarsi. E’ in calo anche il tradizionale
export di zucchero, mentre resistono tabacco e nichel. Il turismo resta una delle
voci forti dell’economia. Resta il fascino di un Paese meraviglioso per le sue bellezze
naturali e per la popolazione ospitale. Caratteristica gradevole per i turisti ma
molto inquinante è la presenza di tantissime auto americane degli anni ’50 che hanno
fermato il tempo al 1962, anno dell’embargo Usa.
Il fenomeno dell’emigrazione
E Cuba approfitta delle sue bellezze con la doppia
moneta: una per i residenti, assolutamente vantaggiosa, l’altra per gli stranieri,
totalmente sfavorevole, con euro e dollaro che raggiungono la parità, ma a volte no,
con la valuta cubana. Intanto le città sono da ricostruire. I palazzi diroccati da
restaurare sono in ogni via, tuttavia mancano i soldi. Così i giovani hanno il sogno
di emigrare, soprattutto negli Stati Uniti. In quasi 50 mila hanno lasciato il Paese
negli ultimi tre mesi. Anche perché con il disgelo potrebbero finire tutti i sussidi
di cui gli immigrati cubani godono negli Stati Uniti. E chi fugge spesso fa vivere
chi resta grazie alle rimesse.
Missionario della misericordia
In questa situazione arriva Papa Francesco, come missionario
della misericordia. Il Papa vuole incontrare la gente e come al solito ha rifiutato
l’auto blindata e percorrerà le strade con un veicolo aperto. Porta la buona notizia
dell’amore di Dio che è tenerezza ma è anche giustizia e libertà.
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