2015-09-17 12:42:00

Papa: bambini abbandonati sono un grido che sale a Dio


I bambini e le donne di strada non sono numeri, ma esseri umani, figli di Dio con i nostri stessi diritti: così il Papa, nell’udienza ai partecipanti al Simposio internazionale sulla Pastorale della strada, organizzato dal Pontificio Consiglio per i Migranti e gli itineranti. Dal Pontefice anche la condanna della tratta e della corruzione, che aggravano le ingiustizie contro i più deboli, e l’esortazione a tutelare e promuovere la dignità di donne e bambini di strada. Il servizio di Isabella Piro:

“Nessun bambino sceglie per contro suo di vivere in strada”: parte da questa constatazione Papa Francesco nel suo discorso ai partecipanti al Simposio internazionale sulla Pastorale della strada, e cita “le realtà molto tristi” causate da indifferenza, povertà, violenza familiare e sociale, tratta delle persone umane, cui si aggiunge “il dolore” per le separazioni coniugali e la nascita di bambini fuori del matrimonio, “destinati spesso ad una vita ‘randagia’”. Di qui, il monito del Pontefice:

“I bambini e le donne della strada non sono numeri, non sono “pacchi” da scambiare: sono esseri umani con un proprio nome e un proprio volto, con un’identità donata da Dio a ciascuno di loro. Sono figli di Dio come noi, uguali a noi, con gli stessi nostri diritti”.

Guardando, poi, “anche al mondo moderno e globalizzato”, Papa Francesco ricorda i “tanti bambini che vengono derubati della loro infanzia, dei loro diritti, del loro futuro”, e punta il dito contro “la carenza di leggi e strutture adeguate” che “contribuisce ad aggravare il loro stato di privazione”, così che essi “mancano di una vera famiglia, dell’educazione, dell’assistenza sanitaria”. Ma c’è una cosa da non dimenticare:

“Ogni bambino abbandonato o costretto a vivere nella strada, diventato preda delle organizzazioni criminali, è un grido che sale a Dio, il Quale ha creato l’uomo e la donna a sua immagine; è un grido di d’accusa contro un sistema sociale che da decenni critichiamo ma che facciamo fatica a cambiare secondo criteri di giustizia”.

Quindi, il Pontefice esprime preoccupazione che l’aumento di giovani ragazze e donne “costrette a guadagnarsi da vivere sulla strada, vendendo il proprio corpo, sfruttate da organizzazioni criminali e, a volte, da parenti e familiari”:

“Tale realtà è una vergogna delle nostre società che si vantano di essere moderne e di aver raggiunto alti livelli di cultura e di sviluppo. La corruzione diffusa e la ricerca del guadagno a tutti i costi privano gli innocenti e i più deboli delle possibilità di una vita dignitosa, alimentano la criminalità della tratta e le altre ingiustizie che gravano sulle loro spalle. Nessuno può rimanere inerte di fronte all’urgente necessità di salvaguardare la dignità della donna, minacciata da fattori culturali ed economici!”.

L’appello del Papa, allora, è a “tutelare e promuovere la dignità” dei bambini e delle donne di strada, senza arrendersi e guardando a “l’amore preferenziale di Dio Padre verso i più deboli ed emarginati”:

“La Chiesa non può tacere, le istituzioni ecclesiali non possono chiudere gli occhi di fronte al nefasto fenomeno dei bambini e delle donne della strada. (…) Noi non possiamo mai evitare di portare a tutti, in modo particolare ai più deboli e svantaggiati, la bontà e la tenerezza di Dio Padre misericordioso. La misericordia è l’atto supremo con il quale Dio ci viene incontro, è la via che apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre”.

Incoraggiando, infine, gli operatori pastorali del settore ad “andare avanti con fiducia e slancio apostolico” per “la liberazione dei più fragili e sfruttati” e “la salvaguardia della loro identità e dignità”, il Santo Padre conclude il suo discorso con una preghiera alla Madonna, affinché rivolga il suo dolce sguardo ai bambini e le donne che vivono sulla strada, donando loro una carezza.

Conclusosi oggi a Roma, il Simposio Internazionale sulla Pastorale della Strada mira a studiare strategie efficaci per combattere la piaga dei bambini e delle donne di strada e delle loro famiglie. “Un dramma – informa il dicastero organizzatore dell’evento - che richiede di affrettare i tempi di intervento sia da parte della Chiesa Universale e delle Chiese locali, che dalle Istituzioni civili”.








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