2015-09-17 16:30:00

Immigrazione, card. Vegliò: Europa "altalenante" sui profughi


Serve più buona volontà

"L'atteggiamento dei paesi europei nei confronti dell'emergenza immigrazione è altalenante. I paesi dell'Ue si riuniscono per decidere le quote di distribuzione dei profughi, ma poi il giorno dopo cambiano idea. Mentre ce ne sono altri che alzano i muri. E' un momento delicatissimo, d'accordo. Ma è brutto che un continente che sta invecchiando, ma è culla dei diritti umani, del rispetto della persona, dei valori cristiani, non si apra a questi problemi. Non è un problema facile da risolvere, ma ci vorrebbe più buona volontà". In margine dell'ultima giornata del Simposio internazionale sulla Pastorale di Strada, il card. Antonio Maria Vegliò, presidente del dicastero organizzatore (Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti) commenta le ultime vicende europee relative ai fenomeni migratori.

Un piano per coinvolgere vescovi e ambasciate nell'accoglienza

Il porporato rivela anche che il dicastero vaticano sta lavorando a un piano per concretizzare la risposta all'appello di Papa Francesco, lanciato all'Angelus del 6 settembre, affinché parrocchie, case religiose e santuari di tutta Europa accolgano una famiglia di profughi. "Stiamo facendo dei passi concreti - spiega Vegliò - per coinvolgere tutte le Conferenze epsicopali europee e le relative ambasciate. Proprio oggi (giovedì 17) avrò una riunione con il Segretario di Stato vaticano per parlare di questo piano". "Con questo invito Papa Francesco ci chiede gesti concreti", aggiunge il cardinale. "Spesso in Italia, si parla molto di politiche sull'immigrazione ma si agisce poco. Specie i politici parlano molto ma non agiscono. C'è però chi agisce restando in silenzio. E sono soprattutto gli uomini e le donne della Chiesa".   

Caritas internationalis: nessuno lavora per pacificare Siria

Al Simposio sulla tratta del dicastero dei migranti è intervenuto anche Michel Roy, Segretario generale di Caritas internationalis, che ha ribadito la necessità di lavorare insieme per combattere il fenomeno e ha invitato gli Stati a far rispettare le leggi per proteggere le vittime del traffico di esseri umani e combattere le cause delle migrazioni che purtroppo, intensificano questa tragedia sociale. Sulla chiusura delle frontiere dei paesi del centro Europa Michel Roy parla di una "reazione normale, dettata da un istinto di protezione". "Bisogna capire però che questi flussi di gente in fuga da Iraq e Siria aumenteranno nei prossimi mesi, perché in quei Paesi non c'è futuro. Siamo obbligati ad accoglierli", spiega Roy. "In Libano, dove la popolazione è di quattro milioni di persone, sono stati accolti due milioni di siriani. A fronte di ciò, possiamo rifiutarci di fare la nostra parte?". "Ovviamente, però, dobbiamo contemporaneamente lavorare per la pace in Siria. Nessuno però se ne preoccupa e questo è uno scandalo", aggiunge Michel Roy. "Invece di vendere le armi ai differenti gruppi in lotta - spiega il segretario generale di Caritas internationalis - la comunità internazionale dovrebbe mettere al tavolo dei negoziati tutte le parti in causa. Compreso il presidente Assad e i rappresentati dell'Isis. La pace è una priorità".         








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