Il Monastero greco ortodosso di Santa Caterina, nella regione del Sinai, sta affrontando una grave crisi finanziaria a causa della totale sospensione del flusso turistico, che in passato portava ogni anno presso l'antico complesso monastico decine di migliaia di pellegrini. Secondo quanto riportato dai media egiziani, a pesare negativamente è stata soprattutto la chiusura temporanea del Monastero ai visitatori, disposta dalle autorità egiziane a partire dal 2013, dopo che alcuni episodi – compreso il rapimento di un monaco – avevano aumentato l'allarme su possibili attacchi terroristici ai danni della comunità di religiosi greco-ortodossi.
I 400 lavoratori del monastero rischiano il posto
Il monastero - riferisce l'agenzia Fides - in passato garantiva il salario a circa
quattrocento lavoratori, impiegati soprattutto nella coltivazione degli olivi e delle
viti. Adesso, dopo le misure di sicurezza disposte dalle autorità, molti di loro hanno
perso il lavoro. Negli ultimi cinquant'anni, il monastero di Santa Caterina è stato
chiuso già due volte. E’ accaduto nel 1977 – in occasione dello storico viaggio del
Presidente egiziano Anwar Sadat a Gerusalemme – e nel 1982, quando l'esercito egiziano
era entrato nel Sinai dopo il ritiro dei militari israeliani.
E' il più antico Monastero cristiano ancora attivo
Il Monastero di Santa Caterina, alle pendici del monte Horeb, ospita attualmente una
ventina di monaci greco-ortodossi, sottoposti all'autorità di un arcivescovo/abate,
e gode di uno statuto di autocefalia. E' considerato il più antico Monastero cristiano
ancora attivo, e nel 2002 è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco per
la sua architettura bizantina, la sua preziosa collezione di icone e la raccolta di
manoscritti antichi.
False e irresponsabili le notizie di attacchi di gruppi jihadisti
Nell'ottobre 2014, il Monastero aveva smentito le notizie su presunti assalti subiti
da gruppi islamisti, messe in circolazione da media e blog cristiani. La netta smentita
era stata affidata a un comunicato ufficiale del Monastero, pervenuto a Fides, dove
si definivano “false e irresponsabili” le operazioni di disinformazione messe in atto
da chi, per richiamare l'attenzione, non esita a fabbricare falsi allarmi riguardanti
la condizione dei cristiani nei Paesi arabi. (G.V.)
All the contents on this site are copyrighted ©. |