2015-09-16 19:54:00

Emergenza migranti: caos in Ungheria, Polizia attacca con lacrimogeni. Scioccato Ban Ki-moon


Emergenza profughi: “qualsiasi costruzione di muri e barriere non è l’Europa che vogliano”, così il commissario dell’Ue Cecilia Malmstrom. Ma resta altissima la tensione al confine tra Serbia e Ungheria. E le decisioni politiche sono rinviate al Consiglio degli Interni straordinario di martedi prossimo, dopo il fallimento della riunione di lunedi. La cancelliera tedesca Merkel insiste per un vertice straordinario sull’immigrazione. Il servizio di Roberta Gisotti

Scontri accesi anche questo pomeriggio tra polizia ungherese e centinaia di migranti che cercavano di sfondare la barriera di filo spinato ad Horgos al confine con la Serbia, che ha condannato l’uso della forza. Lacrimogeni, spray urticanti e un cannone d’acqua le armi usate dagli agenti bersagliati dai profughi con scarpe e bottigliette d’acqua. Non ci sarebbero stati feriti gravi. Il governo di Budapest ha chiuso al traffico anche l’autostrada tra Horgos e Rozske. E sono  316 i migranti - uno  già condannato - per ingresso illegale nel Paese secondo le norme restrittive, in vigore da ieri. Stop anche in Austria ai treni per la Germania da Salisburgo, dove circa 2 mila migranti chiedono di partire. Altri 5 mila profughi sono invece passati dalla Grecia alla Macedonia nelle ultime 24 ore. La Francia annuncia controlli alle frontiere. E sulla rotta dei Balcani, allarme per i migranti in Croazia: ci sarebbero 51 mila mine interrate eredità delle guerre balcaniche. Il flusso appare innarrestabile. Come ha osservato la commissaria europea Malmstrom “Gente disperata troverà sempre strade alternative per entrare in Europa e per questo è importate arrivare ad un accordo la prossima settimana. Un’intesa sembra già esserci per attivare all’inizio di ottobre, in Italia e Grecia, centri di registrazione dei migranti e non, con il supporto di varie agenzie europee competenti. Operazione denominata “hotspot”, che solleva molti dubbi, sulla reale efficacia al fine di chiarire chi ha diritto o meno all’accoglienza, come spiega Fiorella Rathaus, direttrice del Consiglio italiano rifugiati (Cir), al microfono di Marco Guerra

R. – L’intero quadro è davvero poco chiaro. Però in questo famoso “Hotspot Approach” si parla di gestione locale supportata da Easo, da Frontex ,da Europol e Eurojust. Queste quattro agenzie lavoreranno insieme agli Stati membri per ottemperare a questo obbligo di identificazione. Chiaramente qui si aprono scenari molto complessi  che ci creano gravi preoccupazioni. Innanzitutto, gli hotspot sembrano, per loro natura, dei centri chiusi; questo mi sembra il punto più qualificante o squalificante nel caso specifico, perché effettivamente nessuna misura di trattenimento obbligatorio può essere applicata su richiedenti asilo senza che ci sia un presupposto giuridico condivisibile e oggettivo.

D. - Ci può elencare altre criticità?

R. - In primis, in questo momento, questi hotspot sembrerebbero la condicio sine qua non del passaggio alle riallocazioni previste dal programma europeo. In tutti questi programmi viene menzionato il fatto che questa sarà la sede di una necessaria identificazione e - nel passaggio successivo - di una valutazione di chi è destinatario di protezione internazionale e chi no. Entrambi i punti ci creano gravi perplessità. Innanzitutto, non si capisce bene come all’interno di questo luogo sarà possibile procedere all’identificazione, visto che fin qui è stato un argomento così drammaticamente difficile da affrontare per le forze di polizia italiane perché le persone si sottraggono volontariamente per la questione del Trattato di Dublino, cheprevede di restare nel Paese dove sei stato identificato. Quindi, non possiamo immaginare che magicamente gli addetti di Frontrex piuttosto che altri ufficiali europei possano riuscire ad ottenere che queste persone accettino una procedura di identificazione. Non è che siamo fautori di un’alternativa in questo momento impossibile. Il punto, però, è che non possiamo immaginare che solo l’esistenza degli hotspot possa magicamente risolvere il problema intrinseco del fatto che le persone si sottraggono a questa procedura. Speriamo di non dovere immaginare che all’interno degli hotspot dovranno essere adottate misure coercitive in questo senso.

D. - Quindi materialmente chi dovrà identificare e con quali strumenti potrà riuscire ad identificare questi migranti?

R. - Il sistema previsto è quello di sempre:  foto segnalamento, fingerprints (impronte digitali), … Il problema è come immaginare che questo passaggio diventi imprescindibile, visto che fin qui è stato così problematico, non perché le forze di polizia italiane o chi per loro si sottraevano al compito, ma perché oggettivamente i richiedenti asilo spesso non accettavano questo passaggio per sottrarsi al regolamento di Dublino. Dunque, in questo momento non abbiamo ricette alternative, ma sappiamo che non da un momento all’altro e per miracolo succederà qualcosa di diverso. Il problema di identificazione continuerà ad essere un problema di difficile soluzione. Dobbiamo augurarci che la soluzione non sia quella di un passaggio coercitivo.

D. - Si può sperare almeno in una velocizzazione dei tempi delle procedure per riconoscere lo status di rifugiati?

R. - Tutti auspichiamo che i tempi delle procedure siano più brevi di quelli attuali, per carità. Ma non è possibile decidere su due piedi chi merita protezione e chi deve essere rimandato a casa. Queste persone vengono a chiedere asilo e nel momento in cui lo fanno non è possibile sottoporli ad una procedura sommaria come quella che potrebbe essere garantita in tempi così brevi - due-tre giorni - all’interno degli hotspot. È importante anche per decidere chi dovrà procedere al ricollocamento che le persone non vengano rinviate, rimpatriate, senza aver avuto la possibilità di esprimere in modo corretto le ragioni che li hanno portati in Italia a chiedere asilo, ed è altrettanto importante che sia rispettato il loro successivo diritto al ricorso, nel caso la decisione non sia loro favorevole.








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