2015-09-16 12:48:00

Dal Papa i ministri dell'Ambiente UE, in vista di vertice di Parigi


“Solidarietà, giustizia e partecipazione, per rispetto della nostra dignità e per rispetto del Creato”: queste le parole d’esortazione che Papa Francesco ha rivolto alla delegazione formata da 28 ministri dell’Ambiente dei Paesi Ue e due commissari europei per l’Ambiente, il clima e l’energia, che ha incontrato nell’Auletta Paolo VI in Vaticano. L’appuntamento rientra nei lavori in previsione della 21.ma Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà a Parigi dal 30 novembre all11 dicembre prossimi, ma già venerdì i ministri si riuniranno a Bruxelles per decidere una linea comune da adottare. Il servizio di Roberta Barbi:

Lo sguardo è ben rivolto all’appuntamento di Parigi e alla questione dell’adozione degli obiettivi di sviluppo sostenibile: la salute della casa comune per Papa Francesco è “un bene collettivo, patrimonio dell’intera umanità” ma soprattutto “responsabilità di ognuno di noi”. Per questo, la sua tutela richiede la collaborazione dell’intera comunità internazionale, che non deve dimenticare, però, nel suo operato, principi irrinunciabili come quello della solidarietà, una parola “talvolta dimenticata, altre volte abusata”:

“Sappiamo che le persone più vulnerabili dal degrado ambientale sono i poveri, che ne patiscono le conseguenze più gravi. Solidarietà vuol dire allora mettere in atto strumenti efficaci, capaci di unire la lotta al degrado ambientale con quella alla povertà. Esistono numerose esperienze positive in tale direzione. Si tratta, ad esempio, di sviluppo e trasferimento di tecnologie appropriate, capaci di utilizzare al meglio risorse umane, naturali, socioeconomiche, maggiormente accessibili a livello locale, in modo da garantire una loro sostenibilità anche nel lungo periodo”.

Francesco sottolinea, poi, il principio della giustizia, intesa come redistribuzione delle risorse, ricordando come nell’Enciclica “Laudato sii” abbia parlato di “debito ecologico soprattutto tra Nord e Sud, connesso a squilibri commerciali” ma anche di “un uso sproporzionato delle risorse naturali”: aspetti che hanno conseguenze in ambito ecologico. Un debito, questo, che alcuni Paesi devono ora onorare:

“Questi ultimi sono chiamati a contribuire, a risolvere questo debito dando il buon esempio, limitando in modo importante il consumo di energia non rinnovabile, apportando risorse ai Paesi più bisognosi per promuovere politiche e programmi di sviluppo sostenibile, adottando sistemi di gestione adeguata delle foreste, del trasporto, dei rifiuti, affrontando seriamente il grave problema dello spreco del cibo, favorendo un modello circolare dell’economia, incoraggiando nuovi atteggiamenti e stili di vita”.

E poi c’è la partecipazione, cioè “il coinvolgimento di tutte le parti in causa, anche quelle che spesso rimangono al margine dei processi decisionali”:

“Da una parte, la scienza e la tecnologia mettono nelle nostre mani un potere senza precedenti; dall’altra, il corretto uso di tale potere presuppone l’adozione di una visione più integrale e integrante. Ciò richiede di aprire le porte ad un dialogo, dialogo ispirato da tale visione radicata in quella ecologia integrale, che è oggetto dell’enciclica “Laudato sì””.

Infine, il Papa ha invitato i ministri a intensificare il lavoro in vista di Parigi, ringraziandoli per i loro contributi e assicurando loro il sostegno della Santa Sede “per rispondere adeguatamente tanto al grido della Terra quanto al grido dei più poveri”.








All the contents on this site are copyrighted ©.