2015-09-16 07:01:00

Argentina: è morto il teologo gesuita Boasso. Insegnò a Bergoglio


Era stato professore di teologia biblica di Jorge Mario Bergoglio all’Universidad del Salvador il gesuita Fernando Boasso morto lunedì sera, nel Colegio Máximo San José, in località San Miguel, nei pressi di Buenos Aires. Le sue condizioni - riferisce l'Osservatore Romano - erano improvvisamente peggiorate a inizio marzo quando era stato colpito da un ictus.

Una Chiesa che sappia perdonare e che sia solidale
Il sacerdote argentino che — come amava ripetere — cercava «il sacro nelle impronte quotidiane», era chiamato da tutti semplicemente padre Fernando, con una familiarità che seguiva la sua idea di una Chiesa «che sappia perdonare, che non sia sempre pronta a condannare e che sia solidale». In questo senso Boasso è stato definito un autentico “figlio del Vaticano II” che ha vissuto in pieno le evoluzioni della Chiesa cattolica post-conciliare. Da sempre nel suo impegno e nella sua testimonianza di sacerdote, si era schierato dalla parte dei più poveri, dei più deboli.

Sempre a partire dal popolo e centralità dei poveri
Evangelizzare a partire dal popolo, vedere il popolo al centro della storia immerso in un processo storico, assumerne la cultura, optare per la centralità dei poveri, erano le linee della sua ricerca teologica nella quale, tra l’altro, ha approfondito la recezione del Vaticano II da parte dei popoli dell’America latina. Boasso era inoltre uno studioso appassionato di storia. Sosteneva che non è giusto parlare genericamente di cultura latinoamericana e identificava almeno tre diversi filoni che si intersecano nella vita delle popolazioni locali: la cultura popolare, quella moderna e quella ecclesiale. Nel 1967, insieme ad altri quattrocento sacerdoti argentini, Boasso sottoscrisse il «Manifesto de Obispos del Tercer Mundo», documento che puntava alla corretta applicazione del Vaticano II e della Populorum progressio. Non fece però mai parte del movimento dei sacerdoti del Terzo mondo, così come non aderì mai alla teologia della liberazione.

Studioso dell’opera artistica di origine quechua
Nato nel 1921 in un paesino della provincia di Santa Fe, dopo l’ordinazione sacerdotale si era laureato in antropologia e teologia biblica e simbolica, con un dottorato sulla fenomenologia del linguaggio dei simboli degli antichi miti. È stato anche uno studioso dell’opera dell’artista folclorico di origine quechua Atahualpa Yupanqui, il quale — secondo padre Fernando — rappresentava la vera memoria popolare profonda del popolo latinoamericano.

Legato a Bergoglio per la figura del beato Brochero, il “prete gaucho” 
A Bergoglio lo legava anche la passione per la vita e le opere del beato José Gabriel Del Rosario Brochero, amatissimo nel suo Paese, il “prete gaucho” che nella seconda metà dell’Ottocento percorreva instancabilmente su una mula la sua vasta parrocchia nella provincia di Córdoba. Del curato Brochero, Boasso — ricorda l’agenzia argentina Aica — scrisse nel 2013 una breve biografia con la prefazione di Papa Francesco. (R.P.)








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