2015-09-15 12:39:00

Congo: fine dei colloqui. L'Udps boicotta il dialogo nazionale


Resta tesa la situazione nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc). Dopo che l’Unione per la democrazia e il progresso sociale (Udps), storico partito d’opposizione in Rdc, ha annunciato il suo ritiro dai colloqui con il Presidente della repubblica Joseph Kabila – che miravano all’instaurazione di un dialogo nazionale – parte dell’Udps ha già aderito alla richiesta di scendere in piazza. Il nodo sul quale i partiti d’opposizione insistono è la volontà del Presidente Kabila di cambiare la Costituzione per ricandidarsi alle elezioni presidenziali per un terzo mandato. Qual è il motivo del fallimento del dialogo fra le parti? Maria Caterina Bombarda lo ha chiesto a Enrico Casale, redattore della rivista “Africa” dei Padri Bianchi:

R. - Il motivo del fallimento è il fatto che l’opposizione non credeva in questo dialogo. Temeva un gioco sporco del presidente. Teniamo presente che alla base di tutto questo c’è una paura nell’opposizione, ma anche in gran parte del Paese, che Kabila possa tentare un colpo di mano e ripresentarsi per un terzo mandato, il che sarebbe contro la Costituzione congolese e riproporrebbe in scala decisamente maggiore, quanto è avvenuto e sta avvenendo nel piccolo Burundi, dove il Presidente Pierre Nkurunziza, si è candidato per il terzo mandato ed è stato eletto, forzando il dettame costituzionale burundese.

D. - C’è il rischio che scoppi qualcosa di più grave in relazione anche con le elezioni presidenziali che si terranno il  prossimo anno in Ruanda?

R. - Sì, io direi che è tutto collegato, nel senso che in Burundi la ricandidatura e la rielezione di Nkurunziza ha creato e sta creando forte instabilità. Il rischio è che questa forte instabilità, che è un instabilità non tanto etnica ma politica, aggravi sia la situazione politica, sia la situazione etnica, e la stessa situazione si ripresenti in Ruanda, dove poi il Presidente Kagame sta cercando di ricandidarsi per un ulteriore mandato. Se queste crisi politiche si avviano su canali etnici, rischiano veramente di scoppiare nuove tensioni che possono diventare molto gravi. Lo stesso si può riprodurre su più larga scala in Congo, Paese già instabile di per sé perché le regioni orientali sono fuori controllo.

D. - Quindi possiamo dire che ciò rappresenterebbe un passo indietro per tutta l’area…

R. - Direi di sì. E’ un grosso rischio che questa area che sembrava avviata, anche se  con molte contraddizioni, ad una maggiore stabilità, rischi di riprecipitare nel gorgo dell’instabilità, delle tensioni e della guerra.

D.  - Quale significato politico e civile potrebbero avere le elezioni di Kabila al terzo mandato e quindi il cambiamento della Costituzione?

R. - Potrebbe essere il perpetrarsi di un sistema di potere che è quello attuale sul Congo e quindi un rallentamento, se non addirittura uno stop a lungo termine, del processo democratico che sembrava avviato, quindi il ripresentarsi di quei vecchi stereotipi delle classi politiche africane, incapaci di accettare l’alternanza democratica  e di fatto la democrazia.








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