2015-09-14 12:43:00

Incontro consacrati. Carballo: serve profezia in mondo secolarizzato


Si apre domani l’Incontro mondiale per giovani Consacrati e Consacrate organizzato dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di vita apostolica. Tema scelto: “Svegliate il mondo – Vangelo, profezia, speranza”. Ce ne parla Davide Dionisi:

Vivere un’esperienza di formazione, offrire uno spazio di condivisione, celebrare e testimoniare la bellezza della propria vocazione. Queste le principali finalità della cinque giorni organizzata dalla Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata che si aprirà domani a Roma e che vedrà protagonisti oltre quattromila ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo (tra cui Iran, Filippine, Costa D’Avorio e Zimbawe). Gli incontri e le riflessioni, che ogni mattina si terranno nell’Aula Paolo VI, ruoteranno attorno a tre direttrici: la vocazione, la vita fraterna e la missione. Ma come "abitare" i consigli evangelici di povertà, obbedienza e castità in un contesto sociale come quello attuale? Lo abbiamo chiesto a mons. José Rodriguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica:

R. – Sottolineerei un aspetto: la libertà di cuore, l’obbedienza, la castità e la povertà. Così, come vengono professate da noi, non hanno altra finalità se non un cuore totalmente libero e disponibile per il Signore e per i fratelli; e non è facile in questa società. Ma proprio perchè non è facile, direi che è una scelta profondamente profetica in questa cultura. Ricordiamo quello che dice Francesco: ”Ciò che non può mancare mai nella vita di un consacrato è la profezia”. In questo senso, i consigli evangelici sono vera profezia in un mondo profondamente secolarizzato.

D. Il carisma non è una "bottiglia di acqua distillata", ha detto Papa Francesco, bisogna viverlo con energia, rileggendolo anche culturalmente…

R. – Il carisma è un dono che Dio fa alla Chiesa attraverso un fondatore, una fondatrice in un determinato momento; però, lo dà perché si sviluppi nel tempo. Quindi il carisma non è solo il fondatore, ma anche tutto quello che viene dopo. Quindi, ad esempio, il carisma francescano è Francesco certamente, ma anche gli otto secoli di storia di questo carisma nella Chiesa. Così, e soltanto così, rileggendolo alla luce delle sfide del mondo attuale o – se vogliamo – alla luce delle sfide dei segni dei tempi, possiamo dire che i carismi si mantengono attuali, quindi giovani, altrimenti che cosa faremo? Archeologia? Io credo che nessun consacrato sia interessato a diventare pezzo di museo! Noi dobbiamo tornare allo spirito del fondatore per farlo diventare attuale. Qui vorrei dire che forsela domanda più importante per noi consacrati non è “Cosa ha fatto il fondatore?”, ma “Cosa farebbe il fondatore se vivesse in questo momento, qui e adesso, in questa Chiesa concreta, in questa società concreta’?”.








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