2015-09-12 16:14:00

Expo. Card. Turkson: cambiare mentalità per lottare contro povertà


Un deciso cambio di prospettive e un impegno in prima persona contro la fame e per l’accoglienza dei migranti: è l’emergenza emersa da una serrata due-giorni di confronto a Expo. Il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha indicato il verso di questo cambio di  mentalità: lottare contro la povertà, non contro i poveri; lottare contro la fame, non contro gli affamati. E un impegno in prima persona per superare il paradosso di un cibo distribuito in modo troppo diseguale e ingiusto. Il servizio di Fabio Brenna:

La lotta agli sprechi passa anche attraverso una prassi quotidiana in ciascuna delle nostre case. Un impegno dal basso che si è rivelato decisivo nell’accoglienza dei migranti, come ha suggerito venerdì il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente di Caritas italiana: “Gli Stati che non volevano aprirsi sono stati superati dai loro cittadini che hanno aperto le porte delle loro case”, ha detto, raccontando poi l’esperienza di Lampedusa, primo punto di approdo per tanti disperati. Gli isolani lasciavano thermos di thé fuori dalle loro case, davano i loro abiti a chi ne era privo. La paura è subentrata solo quando qualcuno cominciò a parlare di “invasione”.

Persone che fuggono da guerre dimenticate: presentando il V Rapporto di Caritas italiana sui conflitti dimenticati, è stato evidenziato come in tre anni il numero di guerre sia aumentato da 388 a 424; la maggior parte dei conflitti si svolge all’interno dei confini degli Stati e per il 90 per cento in Paesi poveri. Il male non è l’immigrazione – ha commentato il cardinale Francesco Montenegro – ma i conflitti che li generano, e ha visto segni di speranza generati anche dalle parole di Papa Francesco:

“Ora la spinta del Papa ci fa cominciare la marcia. Ma il bello è che non è soltanto la Chiesa che si sta muovendo: ci sono segnali positivi anche da parte dei laici, quella gente che non è legata alla Chiesa ma che cammina per conto proprio, ha dimostrato che non sempre ciò che i governi hanno deciso è condiviso dalla gente. E forse questa è un’altra breccia di speranza di cui dobbiamo tener conto”.

E se non si scappa da una guerra, si cerca un futuro migliore affrancandosi da un presente fatto di fame e sottosviluppo. Sempre il Rapporto Caritas spiega che la spesa militare degli Stati Uniti d’America, dal 2010 al 2014, è cresciuta del 36,2%, quella cinese dell’8 per cento e quella dell’Arabia Saudita del 5%: “risorse sottratte allo sviluppo”, ha commentato il cardinale Turkson.

Nel convegno di oggi sono stati illustrati alcuni passi concreti compiuti verso un diritto al cibo garantito per tutti, nell’ambito della legislazione e dell’impegno sociale, della finanza e delle situazioni emergenziali. José Magaleus De Souza, di Caritas Brasile, si è soffermato sulla rilevanza della partecipazione sociale per combattere la povertà in Brasile; Susanna Skalek, di Caritas Internationalis, ha illustrato alcune buone pratiche nella gestione degli aiuti alimentari nei Paesi del Sud del mondo. E infine, l’economista Riccardo Moro ha raccontato i contenuti della campagna “Sulla fame non si specula”, che si propone di togliere il cibo e gli alimenti dalla speculazione finanziaria e dei mercati.








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